The Walking Dead 4×12: la recensione
Il dodicesimo episodio della quarta stagione di The Walking Dead si intitola Still. Il titolo ha un significato ambivalente: può significare “fermo, immobile”, “ancòra” e anche “distilleria”. Il gioco di parole nasce dall’ambientazione della puntata, che si svolge parzialmente dentro a una baracca dotata di distilleria clandestina, in puro stile redneck. È probabilmente involontario, invece, il riferimento all’immobilità di personaggi, trama e azione, che purtroppo interrompe lo sviluppo della vicenda a pochi episodi dal season finale.
Dopo il convincente Claimed, dove abbiamo seguito in alternanza le vicende di 8 personaggi, era legittimo aspettarsi una certa puntualità narrativa da Still; e invece l’appuntamento non soltanto è rimandato, ma è impietosamente dilazionato in tempi e spazi del racconto frustranti per lo spettatore. Ci troviamo nell’occhio del ciclone: dopo aver aperto nuovi spiragli immaginativi lanciando l’amo del campo Terminus e della possibile cura, lo show si mette ancora una volta in pausa indugiando su situazioni pretestuose.
Che cosa succede durante i 43 minuti di Still? Quasi niente. L’episodio è focalizzato esclusivamente sul destino di Daryl e Beth che, rimasti soli nel bosco, hanno qualche difficoltà relazionale dovuta principalmente ai differenti background familiari. Il confronto tra i due personaggi viene innescato dall’insistente richiesta di Beth di ubriacarsi. Cercando gli alcolici, i due si spingono dentro un sinistro golf club che è stato teatro di indicibili orrori e soprusi, le cui radici sembrano affondare nel gap socio-economico tra i ricchi golfisti e un’orda barbarica di invasori incattiviti. Daryl e Beth optano quindi per un istantaneo downshifting e si sistemano nella catapecchia redneck dove finalmente si ubriacano e litigano, ma non fanno sesso. La sessione etilica tra i due serve soprattutto a Daryl come sfogo del dolore e del senso di colpa provocati dalla morte di Herschel, ma ha anche la funzione simbolica di chiusura col passato. La vicenda culmina infatti con il rogo della baracca, bruciata in quanto copia esatta della casa del padre padrone di Daryl.
Era proprio necessario spendere un intero episodio su questi temi? Gli sceneggiatori pensano di sì, e gli spettatori si mettono dunque il cuore in pace aspettando la prossima puntata.
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Non credevo che mi sarei mai lamentata di un episodio solo su Daryl, eppure è successo 🙂