Breaking Bad 5×15: la recensione
Né Heisenberg, né Mr. White: Walt non è più il boss da temere, ma un Re-ietto goffo, solo e malato.
Ricollocato nel New Hampshire con nuova identità e due copie di un pessimo film, Walter cerca di ricongiungersi con la famiglia, la ragione principale per la quale ha iniziato a cucinare blue meth. Ma il nucleo familiare ne è uscito distrutto, i soldi raccolti rubati e la malattia è sempre più invalidante. C’è un’ironia perversa dietro a quel “It’s not over until… it’s over” spezzato dalla tosse e senza “I say“, o ancora, all’incapacità di Mr. White di oltrepassare i cancelli del suo Granite State, e realizzare che niente è andato secondo i piani: il fato sembra infatti aver sabotato ogni cosa. Situazione che porta l’ex professore di chimica a compiere una serie di azioni irrazionali, come raffazzonare una vendetta contro Zio Jack, spedire denaro a moglie e figli, o chiedere a un criminale di consegnare milioni di dollari alla sua famiglia – più un’ultima azione impulsiva della quale parleremo in seguito. Ma Walt non può costringere Saul a seguirlo, Heisenberg non rappresenta più una minaccia, come non può avere la sicurezza che Ed consegnerà i soldi a moglie e figli e, infine, non riesce a scappare oltre i confini della sua nuova casa, perché al di fuori sarebbe solo un signor Lambert qualunque (neanche il cappello di Haisenberg infonde coraggio).
E con Heisenberg in panchina, c’è una minaccia ancora più pericolosa per le strade di Albuquerque: Todd, il quale non perde tempo a organizzare un blitz a casa White per costringere Skyler al silenzio. In caso contrario, la vita della piccola Holly sarebbe in pericolo. E sappiamo che Ricky Hitler non esiterebbe a ucciderla. Nel frattempo Jesse, ridotto in schiavitù a mo’ di cane da cristalli da Todd, cerca di scappare dalla sua gabbia sotterranea, ma senza riuscirci. Ed è qui che Vince Gilligan sferra l’ennesimo pugno nello stomaco: la morte di Andrea, uccisa a sangue freddo da Todd per punire Pinkman. Insomma, cose da stare con la mano sulla bocca per 10 minuti, e augurare un viaggio in Belize a Todd. Ma la sceneggiatura di Peter Gould non soddisfa alcun desiderio di “giustizia”, anzi, si diverte a depistare il pubblico: durante la video confessione di Jesse, infatti, siamo portati a immaginare che Todd verrà linciato dallo Zio per aver ucciso il ragazzino di Dead Freight, e così sembra, ma in realtà l’unica preoccupazione di Zio Jack è che la testimonianza di Pinkman possa incastrare il nipote. Ottima anche la regia di Gould, che mostra l’assassinio di Andrea attraverso la visuale di Jesse, quasi come se volesse invitare gli spettatori a entrare in sintonia con il ragazzo. Così come il colloquio di Skyler con la polizia ricorda la visita dal medico di Walt nel pilot, scelta che trasmette il senso di perdita della donna e che sottolinea la somiglianza fra i due personaggi.
Torniamo a Haisenberg. È di fronte al rifiuto del figlio che Walt sceglie di costituirsi “Why don’t you just die already?“, urla Walter Junior al padre. A fine episodio ritroviamo quindi una situazione simile alla conclusione di To’hajiilee, in cui Walt stava per consegnarsi a Hank, per proteggere un nucleo familiare in realtà già distrutto. In fondo, le azioni di Walt sono riconducibili a un amore perverso per la famiglia (e per se stesso). Vince Gilligan sfodera un innesco geniale e al tempo stesso coerente, una motivazione nata prima della blue meth, e che forse lo stesso Walt, come il pubblico, aveva dimenticato: la Gray Metter, tornata alla mente per un ulteriore scherzo del fato (un servizio TV in cui Elliot e Gratchen parlano del caso “Walter White“). E a pensarci bene, la trasformazione di Mr. White in Haisenberg non sarebbe mai potuta accadere senza il passato con la Grey Metters, senza quell’impero sottratto, e non riconosciuto (“The company name“, dicono in TV), che negli anni ha sopito rancori e sete di rivalsa. Insomma, Walt e Heisenberg doppiamente fregati.
Saranno quindi Elliot e Gratchen i bersagli di Walt? Chi morirà? (Su Media Predict sono aperte le scommesse) Jesse sarà schiavizzato a vita? Per ingannare l’attesa vi consigliamo un Breaking Bad Party a base di cupcake ripieni di blue meth, guacamole, cristalli di zucchero e altri snack chimici per affrontare la visione di uno dei finali più attesi nella storia della televisione (Dean Norris ci racconta la sua versione QUI), sperando che il buon Vince Gilligan non ci faccia stramazzare al suolo dall’ansia. Yeah bitch! Hype!
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