AltrodiBlogger Erranti,17 Luglio 2013
Pantani: la recensione
Si è chiusa il 6 luglio la quinta edizione della rassegna Scene di Paglia – Festival dei Casoni e delle Acque con uno spettacolo del Teatro delle Albe dal titolo Pantani.
Nello scenario incantevole del Casone delle Sacche a Codevigo, immersi tra la campagna e la laguna, dopo una lunga intervista tra Gianni Minà, chiamato a ricordare la figura di Pantani, Marco Martinelli, autore e regista dello spettacolo, e Ferdinando Marchiori, direttore artistico della rassegna, è cominciato sul palco il racconto della storia di Marco Pantani, narrata dal punto di vista dei genitori Paolo e Tonina, interpretati rispettivamente da Luigi Dadina e dalla strepitosa Ermanna Montanari, assieme a parenti, colleghi e amici che raccontano il percorso agonistico e quello umano del campione del ciclismo ormai scomparso.
Il quadro, raccontato dal Teatro delle Albe, che la storia di Pantani disegna è quello di un’Italia soffocata dalla macchina televisiva, sempre pronta ad azionare tutta la sua capacità distruttiva contro il capro espiatorio di turno, e fa emergere tutte le contraddizioni e le zone d’ombra rispetto alle accuse di doping, rivelatesi poi infondate, rivolte contro l’atleta a Madonna di Campiglio.
La ricerca giornalistica alla base dello spettacolo presenta con precisione i fatti senza voler dare giudizi, contestualizzandoli nel momento storico e culturale corrispettivo. L’energia dello spettacolo è di forte impatto e avvincente, con passagi sempre eleganti tra il registro comico e quello tragico. Gli interventi del coro sono molto curati e coinvolgenti, e i brevi spezzoni video presenti sono scanditi e accompagnati dagli interventi di un attore nelle vesti di giornalista francese, cosa questa che permette alle immagini di integrarsi completamente nell’ingranaggio della macchina spettacolare. Musiche e luci sono molto curate, mentre il ritmo è sempre avvincente e non ci si accorge del tempo che passa, cosa non da poco visto che lo spettacolo dura circa tre ore. Sicuramente da vedere.
Scritto da Anna Silvestrini.
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