Rock of Ages: la recensione
Rock of Ages è il nuovo film di Adam Shankman, tratto dall’omonimo musical di Broadway e ambientato nella Los Angeles degli anni Ottanta. Incentrato sulle vicende di diversi personaggi, gravitanti intorno a un tempio del rock, il Bourbon Room, il film è uscito nelle sale italiane il 20 giugno scorso.
Sherry (Julianne Hough) arriva in California dall’Oklahoma, carica di sogni, e incontra Drew (Diego Boneta), un aspirante musicista che lavora al Bourbon. Il vecchio locale è gestito da due eccentrici figuri, Lonny (Russell Brand, In viaggio con una rock star) e Dennis (Alec Baldwin), che cercano di tenere in piedi la baracca, nonostante siano sempre più a corto di soldi. L’ultima speranza è ospitare il concerto del famoso Stacee Jaxx (Tom Cruise), e riuscire così a scampare al pericolo della chiusura.
Molto classico nella forma e nella sceneggiatura, Rock of Ages vede nel grande cast la propria punta di diamante, intorno a cui costruisce una solida struttura narrativa che si regge sui personaggi secondari molto più che su quelli principali. La natura corale del soggetto offre il destro a una serie di piacevoli situazioni di contorno, che arricchiscono la trama di dettagli interessanti, nonostante gli immancabili clichés. I due giovani protagonisti, Julianne Hough e Diego Boneta, si dimostrano all’altezza del ruolo, incarnando gli archetipi dei ragazzi belli e bravi, e in fondo senza problemi. La coppia Brand-Baldwin ricopre il lato più comico del film: da loro e dalla strana relazione che li lega scaturiscono le gag più riuscite, dando vita a due caratteri tanto folli quanto credibili. Fra i “cattivi”, Catherine Zeta-Jones restituisce con passione il forte carisma della spregiudicata moglie del sindaco, dall’oscuro passato. Chiave di volta della vicenda rimane, in ogni caso, Tom Cruise, il quale, dismessi gli abiti dell’agente segreto della saga di Mission: Impossible, veste quelli logori della rockstar sul viale del tramonto, dimostrando anche sorprendenti doti canore: il suo Stacee Jaxx è un cocktail gustoso e molto riuscito di Axl Rose, Keith Richards e altre icone musicali. Malin Akerman e Paul Giamatti, infine, danno corpo a due personaggi minori di tutto rispetto, incarnando una piccante giornalista la prima, e un viscido produttore il secondo.
I numeri musicali, ben calibrati nel numero e conditi con la giusta dose di brio grazie agli interpreti e a una ricchissima colonna sonora d’annata, registicamente convincono, però, solo in parte, regalando soddisfazione e indifferenza a fasi alterne. Su tutti, valgono sicuramente una menzione speciale il duetto Cruise-Akerman (I want to know what love is), che propone una visione alternativa del classico rapporto di fuoco, e lo scontro finale Brand-Jones (We built this city/We’re not gonna take it), vera e propria battaglia verbale con tanto di barricate. Particolarmente suggestiva è la ricostruzione d’epoca: dai costumi alle ambientazioni, tutto sembra minuziosamente ricercato, e contribuisce a un maggiore coinvolgimento emotivo dello spettatore. Rinunciando a qualsiasi pretesa di realismo narrativo, il film incarna perfettamente lo spirito della Hollywood classica e del sogno americano in generale, e anche il finale, estremamente conciliante, accontenta quasi tutti, riabilitando parzialmente anche i cattivi della situazione, in pieno stile favolistico. Gli aspetti della trama potenzialmente più scabrosi finiscono, così, fortemente edulcorati, apparendo, in alcuni passaggi, eccessivamente stilizzati.
Semplicismo a parte, Rock of Ages risulta comunque un musical gradevole e ben architettato, che fa del cast e di una colonna sonora rock decisamente piacevole i suoi punti forti, e che, nonostante ricicli schemi abbastanza noti, riesce in ogni caso a intrattenere con successo.
Scritto da Leonardo Ligustri.
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Davide V. | Edoardo P. | ||
6 | 5 |
Condivido più o meno tutto: un discreto film, visivamente sontuoso e di facile coinvolgimento emotivo, nonostante una sceneggiatura che predilige scelte facili e da cui scaturisce una morale un po’ buonista.
Belle le performance dell’intero cast, con una menzione speciale per la coppia Russell Brand-Alec Baldwin (con quest’ultimo in un ruolo che sarebbe calzato a pennello a un Mickey Rourke fisicamente meno provato di come si è ridotto negli ultimi anni) e per la stupenda Malin Akerman: da Lo spaccacuori a Watchmen fino a quest’ultima performance, l’attrice sembra essere particolarmente portata a interpretare voluttuose ragazze coinvolte in scene di sesso dalle venature grottesche, con partner sempre più stravaganti, senza però mai scadere nella volgarità. Un’attrice coraggiosa e molto autoironica, brava Malin!