Breaking Bad 4×08: la recensione
“Never give up control”. E’ il mantra di un Walter che vede nella morte l’unico ostacolo alla sua autodeterminazione. Ma non solo. “Hermanos” è una puntata incentrata sul controllo: controllo da ottenere o da mantenere, controllo negli affari e controllo emotivo. Come nucleo un potente flashback rivelatore: c’era un tempo in cui Gus tremava davanti ad un uomo e sapeva piangere di dolore per un hermano.
Ma andiamo con ordine. Motore dell’azione anche in questa puntata è Hank, inarrestabile investigatore ormai sulle tracce fresche del suo uomo. Il colloquio al commissariato con polizia e DEA però non trova Gus impreparato: una storia credibile e un alibi di ferro lo rendono innocente agli occhi di tutti. Ma non di Hank che cerca in Walter un improbabile alleato nelle indagini.
Walt stretto nella triangolazione Mike-Gus-Hank continua a fare pressioni su Jesse perché uccida Gus, approfittando delle diverse occasioni di vicinanza degli ultimi tempi. Ma Jesse ha tutt’altri pensieri: il rapporto con Andrea ormai gestito a distanza tramite Saul e quella piccola pulce nell’orecchio messa da Mike, che non smette di farsi sentire (forse la sua lealtà va alla persona sbagliata?).
Gus, suggerito da Mike, non ha certo ragione di preoccuparsi di Hank e delle sue ricerche ma i rapporti con il Cartello messicano si fanno sempre più tesi e in questo momento qualsiasi segno di coinvolgimento in affari di droga sarebbe fatale. Una situazione molto più che preoccupante, un piccolo tremore alle dita. Anni prima, un Gus molto meno freddo e controllato perdeva un socio d’affari e un amico per un approccio poco rispettoso al boss locale, Don Eladio. La grazia a lui venne concessa in virtù di un misterioso passato in Cile, non ancora svelato. A premere il grilletto, invece del campanello, un cattivissimo Hector.
Nel frattempo tante cose sono cambiate. Ma forse la particolare indulgenza nei confronti del sodalizio Jesse-Walt e la recente attenzione nei confronti del “socio debole” Jesse non sono fattori casuali.
Puntata ricca e ben diretta che mantiene ancora alta la tensione grazie alla consueta sapiente miscela di azione e introspezione. Singolare l’inizio, con una narrazione molto frammentata e multifocale che lascia però presto il posto ad un andamento più regolare. Straordinario come sempre Giancarlo Esposito, interprete di uno dei personaggi più riusciti e sapientemente sfumati mai visti in TV.
“Never give up control”. Così Walt continua a vedere nella morte di Gus l’unica via per riprendere il controllo, ora con la scusa di voler proteggere Hank, mentre Hank controlla Gus e Jesse controlla il suo senso di colpa offrendo ad Andrea e al figlio il suo denaro e, forse, una vita migliore. Gus controlla i suoi affari e protegge il suo passato e infine Skyler controlla le sue entrate eccezionali con insoliti trucchi da massaia.
Si ha l’impressione che tutto questo affanno, alla fine, non serva poi a molto e che presto qualcosa arriverà a rimescolare tutte le carte. “L’uomo fa programmi e Dio ride”. E quando anche Dio smette di ridere, allora sono cazzi.
Scritto da Barbara Nazzari.
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