La storia di Wonder Woman
Era inevitabile. Dato il gran turbinio cine-televisivo creato in questi anni attorno ai super-eroi DC e Marvel, era solo questione di tempo prima che qualcuno tentasse il ripescaggio di un personaggio che già vantava al suo attivo un passato televisivo di una certa risonanza. Sto ovviamente parlando di Wonder Woman, al secolo Diana Prince (astutissimo gioco onomastico che sta per Princess Diana of Themyscira). Quelli che sembrano invece più sorprendenti sono, se non altro, due elementi: la scelta della fintamente tumescente Adrianne Palicki per ricoprire il ruolo che fu della maestosa Lynda Carter (Palicki che nell’unica foto di posa rilasciata fino ad ora non si può che definire terrificante – o, nelle immortali parole di René Ferretti, “Ma questa è cagna pure in foto!”); e il coinvolgimento di David E. Kelley, già creatore di Ally McBeal e The Pratice, come sceneggiatore e produttore esecutivo (che ok, le sue buone cose le ha anche fatte, ma dopo di quelle ha inanellato una serie di mezzi flop mica da ridere). Staremo a vedere.
Per quanto ci riguarda, la storia di Wonder Woman, che assieme a Superman e Batman va a comporre una sorta di trinità classica nel pantheon degli eroi DC (dal momento che assieme a questi due è l’unico altro personaggio a poter vantare di essere pubblicato ininiterrottamente dall’inizio degli anni 40), ha subìto una quantità di modifiche e convoluzioni che nulla ha da invidiare a quella delle sue controparti maschili. Creata nel 1941 dallo psicologo e inventore William Moulton Marston, che la propone da subito come una figura dalle forti connotazioni femministe, Diana è la principessa delle Amazzoni. L’antico popolo greco se ne vive per i fatti propri su Paradise Island (poi ridenominata Themyscira – si tratta di un’isola segreta sulla quale si è ritirato dopo essere stato sconfitto da Ercole), fino a che, nel bel mezzo della seconda guerra mondiale, Steve Trevor, pilota e agente segreto, vi precipita sopra con il proprio aereo. Diana salva Steve (e ovviamente se ne innamora) e decide di riportarlo negli Stati Uniti, dove potrà dare il proprio contributo per sconfiggere la Germania nazista e, in seguito, salvare più volte gli Stati Uniti e il mondo dalla più svariata serie di minacce – non senza assumere una identità segreta, ça va sans dire: la svenevole e affabile crocerossina Diana Price. Da lì in poi è il solito tran tran supereroistico: Diana deve affrontare non solo una schiera di nemici sempre più bizzarri e sempre più dediti al bondage, ma anche gli equivoci e i problemi causati dalla doppia vita, gli struggimenti d’amore per Steve (che muore e viene resuscitato almeno un paio di volte), la perdita dei poteri (compensati da un tenace addestramento nelle arti marziali), la comparsa, a vario titolo, di tutti gli dei greci, e, negli ultimi anni, le Amazzoni stesse, che decidono di portar guerra al resto del mondo.
Forse non tutti sanno che…
-William Moulton Marston è considerato l’inventore del poligrafo (la macchina della verità). Non solo: acceso femminista, viveva assieme alla moglie Elizabeth Holloway e a Olive Byrne, in una relazione poliamorosa reciprocamente consensuale.
-negli anni 60 Diana, sull’esempio di Batman, prende sotto la propria protezione un’orfanella, Donna Troy e la dota dei poteri delle Amazzoni. Donna è stata, fino a qualche tempo fa, l’unico personaggio DC a essere cosciente della Crisi sulle Terre Infinite di metà anni 80 (un mega-evento narrativo-editoriale con il quale si decise di fare pulizia nelle infinite trame che si erano accumulate nel corso degli anni, distruggendo tutti gli universi paralleli creati nel tempo e lasciandone solo uno principale) (ironia della sorte, questa decisione fu poi rivista tanto che oggi si è tornati a contare l’esistenza di almeno 52 universi paralleli).
-fra le armi usate dalle Amazzoni, nel loro tentativo di invasione del resto della Terra ci sono state… le api.
-il maestro di arti marziali cinese che ha aiutato Diana nel periodo in cui aveva perso i poteri, si chiama I-Ching. Una roba che neanche Philip K. Dick.
-dicevo del bondage: nei primi vent’anni di carriera, una volta su due Diana finisce prima o poi legata come un salame per terra, o a un palo, o a qualche razzo.
-l’arma preferita di Wonder Woman è il lazo della verità, una corda indistruttibile che costringe a dire la verità chiunque ne sia imprigionato (aridaje col bondage). L’unico essere che è stato in grado di spezzarlo è stato Bizarro, un clone inverso di Superman.
Continua a errare con noi su Facebook e Twitter per essere sempre aggiornato sulle recensioni e gli articoli del sito.
Scritto da Gualtiero Bertoldi.