Gli Oscar che non ci sono più
La storia dei premi Oscar non è solo una storia di vittorie, sconfitte, gaffe e red carpet, ma anche di come l’industria hollywoodiana ha concepito se stessa e i propri prodotti, in una autodescrizione affidata a categorie di volta in volta aggiunte o tolte dal novero di quelle che erano state ritenute fondamentali per mettere assieme l’opera cinematografica.
Sin dalla seconda cerimonia degli Academy Awards nel 1930, molte categorie sono state fuse tra loro (come le categorie che assegnavano i premi per il miglior cortometraggio a una bobina, a due bobine, e per il miglior cortometraggio a colori, che sono poi andate a costituire la categoria per il miglior cortometraggio) o inglobate in altre già esistenti (come le categorie per il miglior regista di una commedia, o per la miglior produzione artistica, incorporate rispettivamente nelle categorie per il miglior regista e il miglior film). Ci sono state infine alcune categorie che, vuoi per motivi tecnico-storici, vuoi per un generale disinteresse, sono semplicemente scomparse. Cinema Errante, in questa settimana dedicata agli Oscar, vuole brevemente ricordare tutte quelle categorie che non lottano più fra noi.
(fra parentesi è segnalato il periodo in cui sono state attive le categorie)
Migliori didascalie (1929): se pensavate che la comparsa del sonoro sincronizzato alle immagini fosse stata la disfatta di attori e attrici dalla voce stridula o dall’accento bizzarro (basti anche solo pensare, nel merito, a quanto viene mostrato in Singing in the rain), vi siete evidentemente scordati dei cartellonisti – ovvero di coloro che scrivevano i dialoghi e le didascalie dei film muti. L’avvento e la diffusione dei film dotati di sonoro (passaggio avvenuto appunto alla fine degli anni 20) furono così repentine che tale categoria ebbe ragione di esistere solo per la prima edizione dei premi Oscar.
Miglior aiuto regia (1933-1937): un premio che aveva un certo senso quando l’aiuto regista era effettivamente la figura che faceva andare avanti le riprese del film, mantenendo non solo i contatti e le comunicazioni fra il reparto realizzativo e quello produttivo dell’insieme cinematografico, ma sostituendo spesso e volentieri il regista (che, in un’epoca pre Cahiers du Cinéma, non aveva in moltissimi casi ancora assunto quell’importanza e quell’influenza operativa sul set che gli sarebbe in seguito stata attribuita). Siccome poi tale ruolo non era ben definito e/o riconoscibile, si decise infine di cancellare il premio.
Oscar giovanile (1934-1961): un premio che per molti rappresentava quasi una condiscente presa in giro, piuttosto che un vero e proprio riconoscimento al miglior attore/attrice giovane (tanto più che il premio stesso era un mini-Oscar, e non una statuetta di dimensioni ortodosse). Si lasciò che la categoria fosse assorbita dal fratello e dalla sorella maggiori, ovvero i premi per il miglior attore e la migliore attrice – senza contare poi l’odierna sensazione di scabrosità suscitata dalla maggior parte dei film ammeregani degli anni 40 e 50 aventi come protagonisti dei bambini o dei giovinetti dalle doti eccezionali.
Miglior direzione della coreografia (1935-1937): questa categoria fu eliminata in seguito alle pressioni da parte della Directors Guild of America, ovvero l’unione dei registi statunitensi, i quali non volevano che venissero dati riconoscimenti a nessun altro tipo di regia che non fosse quella principale del film (alla quale, veniva appunto fatto notare, doveva sottostare anche il direttore delle coreografie).
Migliori effetti tecnici (1929): sopravvisse una sola edizione perché fu poi scorporata in categorie più specifiche (come le categorie per gli effetti sonori e gli effetti speciali).
Miglior musical originale (ultima assegnazione nel 1984): è un premio ancora esistente, ma che non è stato più assegnato per mancanza effettiva di candidati (che sì, d’accordo la ristrettezza dei requisiti per partecipare alla categoria, ma tale penuria è indicativa anche del completo affossamento di un intero genere cinematografico).
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Scritto da Gualtiero Bertoldi.
Molto interessante, quante categorie scomparse!