Dispersi, cioè persi e sparsi nelle secche di un mercato sempre più pavido e asfittico, o galleggianti nella bonaccia infinita di un immaginario che ha rinunciato perfino a sognare di avere il vento in poppa.
Gianni Canova

Tema caro ad ogni blogger errante, il cinema invisibile è spesso causa di impulsi ossessivi, alla ricerca del titolo feticcio con i suoi sub, possibilmente “ita” e in sincrono, ma in casi estremi va bene anche la copia finnica subbata in cirillico o uno streaming in bassissima risoluzione con l’inganno al server di turno. Un inferno per il cinefilo che ha poco tempo e scarsa conoscenza linguistica, un esercizio di stile per il nerd più astuto. Abilità a parte, il problema resta e si chiama distribuzione. Cinema Errante ha lanciato subito il suo j’accuse con la rubrica Gli Scaricati, dedicata ai film scaricati sia dai distributori italiani che dagli spettatori del formato in pollici.
A noi e a tutti voi è certamente dedicato DISPERSIVAL, il festival dei film che non ci fanno vedere, in programma da mercoledì 9 a domenica 13 febbraio al cinema Gnomo di Milano.
Ad anticipare le proiezioni sarà la tavola rotonda sul futuro della distribuzione dal titolo Chi vuole trovare i dispersi? che, per statistica democratica, sarebbero 24.500 film, il 98% della produzione mondiale mai distribuito in Italia. Il problema è che dei restanti 500 film che arrivano nelle nostre sale, più della metà sono distribuiti dalle majors americane operanti in Italia, seguite dal monopolio Medusa (e in percentuale minore Rai) che pietrifica letteralmente la distribuzione sotto la presidenza di Carlo Rossella, noto ai più per aver ritoccato una foto di Silvio Berlusconi con l’aggiunta di una folta chioma sulla nuca. Per evitare che questo post vada fuori tema, ritorniamo a DISPERSIVAL e ai suoi organizzatori, la webzine Hideout e l’associazione culturale la Scheggia che, in collaborazione con la community (o meglio Onlus) Italian Subs Addicted, dal 2008 a oggi hanno riportato in sala ben 31 film dispersi. L’operazione di questo vero e proprio happening cinefilo continua attraverso proiezioni, aperitivi, sondaggi, incontri e appuntamenti con autori, distributori, produttori e i sottotitolatori di itaSA.

Il programma delle proiezioni inizia, dopo un cocktail cinematografico, mercoledì 9 con il volto disperso di Micheal Cera protagonista di Youth in Revolt di Miguel Arteta (sezione dispersi internazionali); prosegue giovedì 10 con la sezione dispersi italiani, tra i cui titoli c’è Et in terra pax di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini, con l’estrema periferia romana sullo sfondo. Da Roma a Milano con Era la città del cinema, un documento sulle vecchie sale cinematografiche milanesi, simbolo di una generazione intera, ormai chiuse, all’interno della sezione dispersi documentari, chiusa in bellezza con la proiezione di Best worst movie, documentario sul film Troll 2 di Claudio Fragasso, considerato uno dei peggiori della storia del cinema. Grande attesa sabato alle 18 con Wristcutters di Goran Dukic, con Tom Waits nel cast e nella soundtrack, e alle 21 con Dead Man’s Shoes di Shane Meadows al quale basta la locandina per farsi desiderare (sezione dispersi ritrovati). Domenica 13, giorno di chiusura del festival, oltre agli irresistibili My name is Bruce di Bruce Campbell e Monkey Boy di Antonio Monti, sarà possibile portarsi a casa b-movie, polizieschi anni ’70 e cinema trash grazie al banchetto allestito dalla videoteca Bloodbuster di Milano, specializzata in film dalla B alla Zeta. E se vi servono spunti per il prossimo download acquisto, in vendita al festival ad un prezzo speciale c’è Dispersi. Guida ai film che non vi fanno vedere (edito da Falsopiano). L’ingresso valido per tutte le proiezioni della giornata costa 4,10 euro (ingresso ridotto 2, 60 euro), con tessera associativa obbligatoria di 2, 60 euro. Per finire, durante tutta la durata del festival, si potrà votare il proprio disperso del cuore ovvero il film mai distribuito in Italia che si vorrebbe vedere in sala perché “ormai il cinema non lo si gode più solo in sala, ma è da lì che parte la magia”, come recita il pay-off.

EXTRA
Per un approfondimento sulla distribuzione e invisibilità del cinema indipendente italiano: “Tempi duri per il cinema italiano. Distribuzione e invisibilità del cinema indipendente.

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Scritto da Giusy Palumbo.