Piovono Polpette 2: la recensione
Non piovono polpette nel secondo episodio dell’omonimo film d’animazione di Cody Cameron e Kris Pearn, ma stavolta il cibo si anima, prende vita, qualche volta aggredisce gli umani, altre volte assume le sembianze di una dolce fragolina che ripete “muhm” quasi come un mantra.
Eh già, perché a Swallow Marinata le cose sono cambiate. Al posto dei suoi cittadini costretti a lasciare l’isola per permetterne la bonifica da parte delle pattuglie dello scienziato Chester V, c’è una nuova e colorata popolazione formata da curiosi “cibi-animali” che sembrano intenzionati a conquistare il mondo. A generare il nuovo habitat è stata la macchina inventata dallo scienziato Flint, la R.C.S.M.D.D.F.L., che trasforma l’acqua in cose da mangiare, e che i nostri eroi credevano di aver distrutto. Nella ridente e calda San Franjose, dove i cittadini di Swallow Marinata si sono rifugiati, ritroviamo il poliziotto dal pelo vibrante e dalla virilità sfacciata Earl Devereaux, l’eterno uomo sandwich Brent, la scimmia parlante Steve, il padre di Flint Tim, sopracciglia aggrottate e un’ossessione per le sardine, Sam la fidanzata esperta meteorologa e il tuttofare cameraman, dalle poche ma sempre utili parole, Manny. Tutti pronti a tuffarsi nella nuova missione per la salvezza del pianeta. Ritornati a Swallow Marinata per recuperare la R.C.S.M.D.D.F.L., la nostra armata brancaleone dovrà confrontarsi con Tacodrilli, Orangamberi, Ippopatatami: tutti Animacibi pericolosi, pronti a distruggere l’umanità secondo Chester V. Ma le apparenze ingannano e anche l’eroe di Flint, Chester V, lo scienziato che ha sempre sognato di essere, rivelerà delle sorprese.
Al servizio della nuova Swallow, le innovazioni tecnologiche della Sony Pictures, con le quali è stato creato un universo scintillante di colori, una giungla fruttata e animata in netto contrasto con gli spazi vitrei e freddi degli edifici tecnologicamente avanzati di Chester V. Alla libertà incontrollata delle liane e della vegetazione della nuova Swallow si contrappongono le celle ad alveare geometriche e coercitive del LiveCorp dove Flint viene assunto. Ogni scienziato ha la sua cella un metro per due e viene pagato per creare il più ampio numero di invenzioni, con l’unica speranza di essere eletto il miglior inventore dell’anno e sedere alla destra del Padre, l’egocentrico Chester. Non vogliamo andare troppo in là in una sterile indagine sulla natura critica di un film animato per bambini che non ha alcuna pretesa autoriale, ma come non collegare l’immagine dell’alveare frenetico al tipo di società in cui viviamo e il bibitone di plastica con una bevanda che pretende di essere caffè, somministrata puntualmente ai dipendenti, al concetto di un mondo che vuole surrogati e concentrati invece che cose reali? Reali come il valore dell’amicizia. E sempre attraverso un gioco di opposizioni, il gruppo consolidato dei nostri eroi, la loro amicizia, il concetto di varietà dei singoli nell’unità si confronta con l’egoismo e la megalomania di Chester, che può contare solo sull’aiuto dei suoi doppi, gli ologrammi che riproducono quasi all’infinito l’arrogante immagine di se stesso.
Le risate sono assicurate grazie a una sceneggiatura carica di humour, piena di situazioni comiche e di dialoghi spiritosi, che unita alla succulenta scenografia, rende questo film per bambini di tutte le età un ottimo modo per ribadire e per ricordarci delle cose che contano davvero. Una sola avvertenza: andate a vederlo a stomaco pieno dopo il pranzo di Natale – esce il 25 Dicembre – se non volete essere colti da un lancinante attacco di fame ed essere costretti a lasciare la sala per un cono di pop corn.
Scritto da Vera Santillo.
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