Episodes: istruzioni per l’uso
Episodes è una serie televisiva britannico-statunitense, trasmessa a partire dal 9 gennaio del 2011 negli Stati Uniti, sul canale ShowTime. Ideata e scritta da David Crane e Jeffrey Klarik, la serie consta al momento di due stagioni, andate in onda rispettivamente nel 2011 e nel 2012, con sette e nove episodi ciascuna, entrambe ancora inedite in Italia – ed è già prevista una terza stagione di nove episodi per il 2013.
Vengono seguite le vicende di due coniugi inglesi, gli sceneggiatori televisivi Sean e Beverly Lincoln, che si trasferiscono a Los Angeles per produrre il remake statunitense di una loro sit-com di successo, Lyman’s Boys, per il cui ruolo da protagonista viene ingaggiato Matt LeBlanc, che interpreta dunque se stesso.
Il “Pilot”, diretto da James Griffiths, così come tutti i sette episodi della prima stagione (nessun titolo, solo la numerazione cronologica), si apre con un flashforward, per poi tornare al “presente” della narrazione, «seven weeks earlier». Vengono così introdotti Sean e Beverly, che passano dal “semplice” mondo televisivo “made in UK” a quello pacchiano-hollywoodiano “made in US”, da un lato emozionati e incuriositi, dall’altro timorosi e spaesati. La loro divertente serie inglese viene, però, gradualmente sempre più modificata, con grande sconcerto dei due creatori, sin dal titolo (Pucks!, a sottolineare la centralità del protagonista, rispetto alla versione originale) e dal personaggio principale: non più un anzianotto attore, dall’accento inglese fortemente marcato, che fallisce l’imbarazzante provino, bensì appunto Matt LeBlanc, che, dopo Friends (10 stagioni, 236 episodi, 1994-2004) e Joey (2 stagioni, 46 episodi, 2004-2006), è quasi svanito nel nulla, e tenta di rilanciarsi con un nuovo e “non così originale” ruolo: quello di un affascinante professore di educazione fisica che scherza con i suoi studenti e cerca di conquistare un’attraente bibliotecaria.
Il flashforward dell’incipit viene ripreso nel sesto episodio, e prelude al “dramma”: dopo un incidente automobilistico tra Matt e Beverly, i due finiscono per andare a letto insieme, e il tradimento viene ben presto scoperto da Sean, che è deciso a lasciare la moglie e tornare a casa. Ma la notizia che lo show in produzione è un successo (di pubblico, non di critica, ma quella non conta) e che dunque devono rimanere ancora a Hollywood insieme, per scrivere e girare altri episodi, chiude la prima stagione.
La seconda annata, interamente diretta da Jim Field Smith, si apre con un’instabile situazione: Sean e Beverly continuano a lavorare insieme anche se si sono separati, Matt cerca a ogni costo di farsi perdonare da Sean con regali decisamente eccessivi, la serie Pucks! entra in crisi, proprio a causa del personaggio interpretato da LeBlanc (il pubblico apprezza di più le vicende legate ai giovani studenti), il quale, nel frattempo, inizia una relazione “clandestina” con la moglie cieca del produttore della serie, etc.
Una nota particolare va al sesto episodio, in cui Matt ricontatta telefonicamente tutti gli altri cinque “friends” di una volta, per convincerli a partecipare alla serie con un cameo, e scopre con amarezza che nessuno è disposto a concedergli alcun favore (Jennifer Aniston ha addirittura dato il suo nuovo numero di cellulare a tutti tranne lui): solo James Michael Tyler, ovvero il barista Gunther, accetta e compare al termine dell’episodio.
Perché guardare Episodes, dunque? Naturalmente non solo per i (molti) nostalgici di LeBlanc, che comunque si rilancia con autoironia e rimane spassoso episode dopo episode, ma anche, e soprattutto, per la caratterizzazione dei personaggi secondari (il volgare produttore televisivo Merc Lapidus, la sua “vice” sempre sorridente Carol Rance, la “senza età” Morning Randolph, coprotagonista della serie Pucks!, e Jamie, la moglie cieca di Lapidus) e per il sarcasmo che pervade l’intera serie, e sottolinea costantemente l’ipocrisia e la spietatezza dell’ambiente hollywoodiano, al quale tutti i personaggi, volenti o nolenti, finiscono per appartenere. E perché è “meta-tv”, e, così come 30 Rock (2006-) di Tina Fey e Studio 60 on the Sunset Strip (2006-2007) di Aaron Sorkin, non manca il suo bersaglio.
Scritto da Luca Pasquale.
Continua a errare su Facebook e Twitter per essere sempre aggiornato sulle recensioni e gli articoli del sito.