La storia di Spiderman
Spiderman, ovvero uno dei più famosi supereroi di sempre, rappresenta per la Marvel quello che Batman e Superman sono per la DC Comics, ovvero un personaggio portabandiera, in grado di sfondare il proprio mondo d’origine, per imporsi nella cultura popolare come una vera e propria icona.
La prima storia di Spiderman viene pubblicata, come una sorta di scommessa fra lo sceneggiatore Stan Lee e l’editore Martin Goodman, per la prima volta nel 1962 sul numero 15 di Amazing Fantasy, un’antologia fantascientifica che stava per chiudere i battenti a causa delle scarse vendite. Con Spiderman la rivista fece il botto: si decise comunque di chiuderla, ma al contempo di affidare una testata propria al tessiragnatele – testata che ebbe da subito un grande successo, e che con il tempo diede origine anche ad altre filiazioni editoriali, televisive e cinematografiche.
Peter Parker, orfano che vive con gli zii, è un adolescente che si ritrova all’improvviso dotato di una serie di incredibili poteri, in seguito al morso di un ragno radioattivo. Non sapendo bene cosa farsene, cerca, attraverso le sue prime apparizioni pubbliche, di tirarci fuori qualche soldo o un po’ di celebrità. Sarà la morte dello zio, deceduto per mano di un criminale che Peter avrebbe potuto fermare, ma che invece, per evitarsi la fatica, ha lasciato fuggire, a fargli intraprendere quella carriera di super-eroe con super-problemi che oggi ci è familiare, e che tanto bene è stata portata sul grande schermo nei primi due film di Sam Raimi (il terzo, per amore di quel geniale cialtrone che è il Raimi, lasciamolo stare e facciamo finta che non esista neppure).
La particolarità del personaggio, ai tempi, era rappresentata proprio dal suo essere adolescente. Tutti gli altri super-eroi dell’epoca, sia DC che Marvel, erano uomini più o meno maturi, con delle personalità ben sviluppate e che perseguivano degli ideali di giustizia precisi; se c’erano degli adolescenti, questi erano tutt’al più relegati al ruolo di comprimari, di side-kick, come punto d’appoggio per i lettori più giovani o come semplici spalle comiche (basti pensare al primo Robin). Con Spiderman, Lee e Steve Ditko (il disegnatore che diede corpo alle prime storie dell’Uomo Ragno) misero in campo, per primi, un ragazzino alquanto sfigato che doveva affrontare, oltre alla solita caterva di cattivoni bizzarri, tutti i problemi tipici dell’adolescenza e dell’essere un teen-ager ammeregano nerd degli anni 60: l’insicurezza personale, la difficoltà nei rapporti sociali, il non riconoscimento dei propri meriti (umani e super-eroistici), le pene d’amore non corrisposto. Con Spiderman nasce il supereroe sfigato, quello che riesce sì a salvare la giornata, ma non esattamente come avrebbe voluto, o che comunque incappa in una qualche gabola che gli vena d’amarezza l’esistenza.
Forse non tutti sanno che…
– Le origini editoriali del personaggio sono in realtà abbastanza complicate e laboriose, e passano anche attraverso l’esperienza e le matite di Jack Kirby. Senza star lì a dipanare tutto il garbuglio, il risultato finale fu che Spiderman mantenne il costume disegnato da Kirby (la tutina blu e rossa che ancor oggi ben conosciamo), ma fisico e paturnie gli furono conferite da Ditko (Lee, come al solito, si limitò a far giostrare gli elementi che si era ritrovato in mano, dando delle indicazioni di massima sulle vicende che dovevano capitare al personaggio)
– Peter, dopo aver perso la prima fidanzata Gwen Stacy a causa di Norman Osborn, si sposa con Mary Jane Watson, e vive con lei fra alti e bassi fino a qualche anno fa, quando con la saga One More Day, per salvare la propria zia morente (zia che sembrava già essere morta una volta, salvo poi scoprire trattarsi di un’attrice truccata come lei), stringe un patto con Mefisto e sacrifica il proprio matrimonio, e con esso l’amore per Mary Jane. L’evento, voluto dall’allora editor in chief Joe Quesada per svecchiare il personaggio e farlo riavvicinare ai lettori più giovani, sollevò un turbine di polemiche che ancora oggi non si è sopito.
– Il prossimo film dell’Uomo Ragno, in uscita nell’estate del 2012, sarà di fatto un reboot dell’intero franchise cinematografico legato a Peter Parker. Allontanato Sam Raimi, l’opera è stata affidata al Marc Webb di 500 days of Summer, e Peter sarà interpretato non più da Tobey Maguire ma da Andrew Garfield. Il trailer, a parte una computer grafica forse non ancora all’altezza, sembra faccia ben sperare (l’accenno ai genitori di Peter fa pensare alla ripresa di una storyline di qualche anno fa nella quale si scopriva come i due fossero in realtà degli agenti segreti, eliminati durante una missione per conto di Nick Fury) (sì, lo stesso Fury incarnato da Samuel Jackson in tutte le ultime pellicole dedicate all’universo Marvel, e che la farà da padrone nel prossimo Avengers)
– Le origini dei poteri di Peter sono variate nel corso degli anni, e fermo restando il morso del ragno, è l’aracnide a subire delle variazioni: prima radioattivo, poi geneticamente modificato, alla fine, nella prima metà degli anni 00, risultava che il ragno era una sorta di totem mistico, il cui morso aveva solo liberato dei poteri insiti nello stesso Peter (per diverso tempo, infatti, dopo essersi connesso spiritualmente con un’entità cosmico-ragnesca, Peter potè fare a meno degli spara-ragnatele, visto che aveva iniziato a tessere la propria tela autonomamente (è quello che si vede, per capirsi, anche nei film di Raimi)) (almeno fino al reset compiuto con One More Day, con il quale ricompaiono gli spara-ragnatele).
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Scritto da Gualtiero Bertoldi.