Torino Film Festival 2011, i vincitori
Torino Film Festival 2011: In conclusione della 29esima edizione sono stati annunciati oggi i vincitori delle numerose sezioni della rassegna torinese.
Nella categoria principale, Torino 29 – Concorso Internazionale Lungometraggi, la giuria composta da Jerry Schatzberg (Presidente, USA), Michael Fitzgerald (USA), Valeria Golino (Italia), Brillante Mendoza (Filippine) e Hubert Niogret (Francia) ha assegnato il premio come Miglior Film all’islandese Either Way, di Hafsteinn Gunnar Sigurdsson, surreale dialogo tra due uomini al lavoro in mezzo al nulla estivo dell’Islanda, tra dubbi esistenziali, litigi e confronti sull’imperscrutabile universo femminile.
Il Premio Speciale della Giuria è invece andato ex-aequo all’iraniano Ok, Enough, Goodbye di Rania Attieh e Daniel Garcia, buffa commedia su un trentenne lamentoso e la sua incapacità di essere autosufficiente, e al sopravvalutato 17 filles di Delphine e Muriel Coulin, curato nella forma ma discutibile nella struttura narrativa, ambiguamente posizionato rispetto ai temi dell’adolescenza disagiata in generale e dell’emancipazione femminile in particolare.
I premi per Miglior Attrice e Miglior Attore sono stati assegnati rispettivamente a Renate Krössner, per Vergiss Dein Ende / Way Home di Andreas Kannengiesser e a Martin Compston per Ghosted di Craig Viveiros.
Nella sezione dei Documentari Internazionali, il premio per Miglior Film è andato meritatamente a Les Eclats (Ma guele, ma révolte, mon nome), di Sylvain George, sugli immigrati che da Calais aspettano cercano di raggiungere e coste inglesi; menzione speciale al coreano The Color of Pain, di Lee Kang-Hyun.
Tra i documentari nostrani di Italiana.doc la giuria ha assegnato la vittoria a L’Orogenesi di Caldwell Lever, complessa opera sulle origini dell’Italia che ha ben poco di documentaristico; il Premio Speciale della Giuria è andato a Il castello di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti , che descrive dall’interno la vita nell’aeroporto di Malpensa, e una Menzione Speciale a Freakbeat di Luca Pastore, che ripercorre con umorismo la storia del beat emiliano.
Il favorito Le vendeur di Sébastien Pilote, sugli effetti della crisi in un Québec ammantato di ghiaccio e neve, si è aggiudicato 2 premi minori, il Premio Cipputi (Miglior Film sul mondo del lavoro) e il Premio Fipresci.
Si chiude così un’edizione non particolarmente esaltante sul fronte del concorso, che ha comunque premiato uno dei film più meritevoli, con le sue atmosfere kaurismakiane e l’uso di un tono leggero per parlare di spaesamento mentre le proposte più interessanti hanno affollato le altre sezioni, in particolare la vastissima Festa Mobile (tra cui The Dynamiter, La guerre est déclarée e L’arte di vincere) e quelle dedicate ai documentari italiani e internazionali.
Fonte: La Stampa
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Scritto da Chiara Checcaglini.