Skam Italia 4: recensione di una stagione dirompente
Uno splendido viaggio nell’esperienza di Sana, fra dubbi e desideri
La quarta stagione di Skam Italia, la webserie ispirata alla sua omonima norvegese e che ha avuto numerosi adattamenti in giro per il mondo, è finalmente online su Netflix, e in queste settimane è stata vista ed apprezzata dovunque sia stata distribuita.
Dopo le tormentose vicissitudini che hanno caratterizzato la scorsa estate, quando la defezione improvvisa di TIMvision aveva fatto temere che non avremmo mai potuto avere indietro una serie di eccezionale qualità, Netflix ha vestito i panni della salvatrice e ha portato online dal 15 maggio scorso i nuovi 10 episodi.
…e ora parliamo di Sana – Skam Italia 4: recensione di una stagione dirompente
La quarta stagione si concentra su Sana (Beatrice Bruschi) e il suo rapporto con la fede islamica, vede tutt* gli/le attor* molto maturat*, ma soprattutto vede il ritorno di Ludovico Bessegato alla scrittura e alla regia. Con lui, torna l’estrema cura (di cui avevamo già parlato nella recensione delle passate stagioni) con cui sono costruit* personagg* e situazioni, senza le forzature che in alcune delle altre versioni hanno caratterizzato Sana. Indubbiamente, il merito nell’elaborazione dell’esperienza di Sana e del suo rapporto con la famiglia e la comunità va anche alla consulenza di Sumaya Abdel Qader, già autrice di Porto il velo, adoro i Queen (2008) e di Quello che abbiamo in testa (2019), e che ha portato la sua prospettiva di femminista e musulmana nella serie.
La costruzione progressiva del confronto fra Sana, le sue comunità di riferimento, e soprattutto il desiderio e l’erotismo permette di riflettere in modo imprevisto su cosa significhi essere una giovane donna, cisgender, eterosessuale, musulmana osservante, romana, figlia, sorella, amica, femminista, e molte altre cose ancora. Il conflitto non viene mai semplificato o ridotto, e la serie è ancora una volta (come già accadeva con Eva e Martino) capace di raccontare l’estrema passionalità che caratterizza l’adolescenza, la ricerca di assoluto che spesso connota i dubbi e le domande tormentose di quel periodo della vita. Quello sguardo puro e diretto su questioni radicali come l’amore, la libertà, l’omofobia, il legame con diverse comunità di riferimento, la fede, il razzismo, l’erotismo, sguardo che è strutturale dell’esperienza adolescenziale, viene ricostruito dallo stile visivo e dal linguaggio di Skam Italia, che mantiene la sua eccezionale qualità nel panorama anche internazionale (non per nulla Wired l’ha associata all’altra serie Netflix che si interroga su* adolescenti, ovvero la splendida Sex Education, di cui abbiamo già parlato).
Dialoghi e confronti potenti – Skam Italia 4: recensione di una stagione dirompente
Ma è anche l’amicizia ad essere fulcro narrativo di questa stagione, in cui Sana si deve confrontare con la propria differenza e le complessità del suo rapporto con “Le Matte” e “I contrabbandieri”, e alcuni dei dialoghi con Fede (Martina Lelio) o Martino (Federico Cesari) sono fra le cose più belle e potenti viste nei teen drama contemporanei.
E anche se la mancanza di sincronia nella messa online e l’assenza di rimandi alle altre piattaforme social fa perdere un pochino della sua innovativa freschezza, la raffinatezza visiva e la cura nella costruzione degli episodi di Skam Italia permettono comunque di costruire un rapporto profondo con personagg* e vicissitudini quotidiane, con i loro dubbi ma anche con il loro desiderio di gioia e libertà.
==> Leggi anche la recensione di Skam Italia 1-3
Ilaria D. | Giacomo B. | ||
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