Chilling Adventures of Sabrina – Stagione 2: recensione
Ritorna su Netflix il teen drama sovrannaturale di Roberto Aguirre-Sacasa
Dopo solo qualche mese dalla prima stagione, è tornata su Netflix Chilling Adventures of Sabrina con una Part II decisamente buona. Visualmente è ancora ineccepibile, se non addirittura migliorata. Un amore sconfinato per il dettaglio è evidenziato da scenografie, costumi, illuminazione e in generale da tutto quello che contribuisce a creare l’atmosfera di Greendale. Non è un aspetto secondario rispetto a scrittura, regia e recitazione, perché per godersi queste terrificanti avventure di Sabrina è importantissimo essere trascinati dentro al suo mondo magico.
I due mondi di Chilling Adventures of Sabrina – Stagione 2: recensione
Tutto il compartimento artistico dello show realizza in pieno questo obiettivo, con un’estetica che pur essendo cupa riesce a essere al tempo stesso fatata e accogliente. L’alienazione del pubblico dal suo mondo ordinario avviene in pochi istanti, appena conclusi i titoli di testa di qualsiasi episodio. Nulla è affidato al caso – se appare una tazza, da essa esce un rivolo di fumo – ma non c’è nessuna pretesa di realismo, perché la serie vuole stabilire una separazione netta tra il nostro mondo e quello di Greendale. E allora tutto è filtrato attraverso lenti deformanti, mentre i toni freddi del bosco – sempre nebbioso – si alternano alle tante fiamme di candela. I particolari ci ricordano sempre l’affiliazione demoniaca della protagonista, in una costruzione iconografica che riprende elementi della pittura sacra, in un remix pop che si spinge ben oltre la semplice citazione cine-televisiva, all’ordine del giorno nella serialità di oggi.
————SPOILER ALERT—————–
Chilling Adventures of Sabrina è ancora caratterizzata dalla frequenza con cui si nomina Satana e dalla disinvoltura con cui ci presenta una comunità di adoratori del diavolo. Quest’anno la vita magica nell’Accademia delle Arti Oscure è prevalente rispetto a quella del Baxter High. La serie non è ancora riuscita a trovare una vera e propria soluzione per amalgamare le vicende dello sparuto gruppo di amici umani a quelle della Chiesa della Notte. C’è una struttura che pone i due piani sempre in parallelo, mantenendo le distanze con vicende speculari: la prova a cui è sottoposta Sabrina nell 2×01 è mimata da quella di Theo per l’ammissione nella squadra di basket; la recita scolastica della 2×02 mette Sabrina nei panni di Giulietta al Baxter High, per poi trasferirla in quelli di Lilith nella performance per la Chiesa della Notte; il San Valentino mortale diventa il rituale più disinibito del Lupercalia streghesco della 2×03, e così via.
C’è un’evoluzione della trama di Theo che fa coming out come ragazzo trans, riesce faticosamente a farsi accettare come giocatore di basket e riflette sulla possibilità di una transizione. Quest’ultimo elemento trova una declinazione puramente horror nella 2×04, puntata che contiene un’antologia di short story del terrore, con qualche momento piuttosto godibile.
Nonostante l’impegno per dare dignità ai comprimari umani, rimane una sensazione di scollamento tra le parti ambientate al Baxter High e il resto. D’altra parte, è difficile far stare insieme un banale liceo della provincia americana con libri antichi, pentacoli e statue di Bafometto. Perché Chilling Adventures of Sabrina non è la copia esatta di Buffy the Vampire Slayer, e a quanto sembra non ha davvero bisogno di una nuova Scooby Gang.
Sabrina e Buffy – Chilling Adventures of Sabrina – Stagione 2: recensione
Buffy The Vampire Slayer è stata una delle serie più importanti nella tv degli ultimi 30 anni e Chilling Adventures of Sabrina non esisterebbe senza questo precedente. È chiaro, e la serie Netflix infatti non manca di omaggiarla e trarne esempio: Greendale e Sunnydale non solo fanno rima, ma si rivelano entrambe collocate su una bocca dell’inferno. In questa Part II c’è la partecipazione sorniona di Alexis Denisof, il Wesley di Buffy e Angel. Ma Chilling Adventures of Sabrina ha un’identità propria, che parte da premesse nuove.
Come Buffy, anche Sabrina è un’eletta, ma la natura di questa eccezionalità proviene direttamente dal fronte che Buffy combatteva. Araldo di Satana e potenziale regina degli inferi, Sabrina è mezza umana e mezza no, usa le arti magiche a suo piacimento, senza troppi compromessi e sensi di colpa. Sembra più un misto tra il ribellismo di Faith e i momenti più oscuri di Willow, se proprio dobbiamo fare un paragone con Buffy the Vampire Slayer. Sabrina inoltre è orfana, ma non ha Osservatori di mezz’età a monitorarla; l’unica autorità maschile della sua vita è Father Blackwood, il suo antagonista principale in questa stagione (oltre al solito Satana, che però è anche in un certo senso suo alleato).
Sabrina non ha mentori maschi, solo le donne influenzano la sua vita: le zie Hilda e Zelda, figure genitoriali non binarie, ma anche Lilith, che non cessa di coprire il suo ruolo nei confronti di Sabrina anche quando si rivela essere l’occupante abusiva del corpo di Mary Warwell. Questa stagione propone Zelda e Lilith come eroine tragiche, tradite dai propri terribili mariti (entrambe si vendicheranno prima della fine). Hilda invece trova finalmente il suo posto sotto al riflettore, prevalendo per carisma rispetto alla sorella, a differenza della stagione precedente.
Sabrina e il patriarcato – Chilling Adventures of Sabrina – Stagione 2: recensione
La vera peculiarità di questa stagione è la sua allegoria della società patriarcale, contro i cui principi Sabrina combatte. Viene subito stabilito dalla 2×01 che la meritocrazia non ha valore in un sistema in cui ci sono gruppi oppressi: come può Sabrina studiare per una sfida, se viene letteralmente attaccata da demoni infernali? Il perfido Father Blackwood esercita costantemente la sua autorità contro di lei e contro le altre donne, insinuandosi persino nella famiglia di Sabrina attraverso il matrimonio con Zelda – che finirà per questo come una Stepford Wife, prima di essere salvata di Hilda. Prudence, personaggio chiave nella prima stagione, è qui lasciata un po’ in disparte ad arrovellarsi sulla cattiveria di un padre che fatica a riconoscerla e sulla fedeltà che lei comunque gli concede.
Il filo rosso che unisce tutti gli episodi di Chilling Adventures of Sabrina – Part II è quello di una protagonista che combatte per i propri diritti. Riconosce le discriminazioni a cui le femmine sono sottoposte e rifiuta di arrendersi alle ipocrisie della sua chiesa – che è satanista ma ricalca le grandi religioni monoteiste, come il cristianesimo. La stagione non ci gira troppo intorno: Sabrina già dai primi minuti lotta contro un odioso boy’s club, mentre lo status quo vorrebbe autoconservarsi distruggendo la ragazza che lo mette in discussione.
Non mancano stoccate più dirette alle religioni mainstream: l’episodio 2×06 ha come villain dei fondamentalisti cristiani che tentano una strage. La misoginia e le forze reazionarie dilagano dentro e fuori la Chiesa della Notte, ma Sabrina ha poteri che le consentono di salvare tutti, compresa se stessa, facendo a meno dell’aiuto offertole dai suoi vari fidanzati (il migliore è ovviamente Nick, che davanti alle preoccupazioni di Harvey esclama: “Non penserai che io le dica cosa deve fare, vero?”). Al termine della puntata Sabrina trascende infusa di potere demoniaco, in una scena che vale tutta la serie.
I meriti di questa stagione di Chilling Adventures of Sabrina sono molteplici: la capacità di risucchiare il pubblico dentro lo schermo; una protagonista che lotta contro un sistema misogino; e poi, un’abbondanza di corna e zoccoli caprini. La logica satanista dei rovesciamenti è applicata a tante situazioni, col consueto humor che rimette in discussione il sistema di valori tradizionali, qui oggetto di una continua parodia. La serie non propone Satana come divinità positiva (è molto simile a Father Blackwood, nei valori), ma appare sovversiva grazie all’uso che ne fa nel racconto e ai principi rivoluzionari incarnati dalle donne dello show. Questa serie si conferma un solido punto di riferimento per chi ama il dark fantasy e per chi ama il femminismo, facendo anche meglio rispetto alla prima stagione.
Sara M. | ||
8½ |