Whedon in 4. Avengers – Age of Ultron: la recensione
Si avvisa che questa recensione di Avengers: Age of Ultron si riferisce a visione in lingua originale e con un ottimo 3D. E il doverlo specificare mette un po’ di amarezza, perché costringe ad ammettere che vedere Avengers doppiato è, almeno in parte, vedere un altro film.
Il cortocircuito tra mitologie del passato e del presente-futuro Marvel, tra eterne lotte tra bene e male e ipertecnologiche soluzioni che accompagnano intramontabili scazzottate, è ben esemplificato dalle immagini sui titoli di coda: movimenti avvolgenti intorno ai supereroi scolpiti nel marmo, a gloria imperitura, celebrati tramite uno dei media più classici che si può, la scultura. Age of Ultron, infatti, mette in scena contrasti antichi, radicati e riconoscibili, a cominciare dall’opposizione tra la hybris di Tony Stark e i tentativi degli altri di imporre la ragione sull’ambizione, su una visione che è più grande della vita stessa.
A conti fatti, Joss Whedon è riuscito nell’impresa titanica di intrattenere ancora una volta il vorace e variegato pubblico della Marvel, piazzando combattimenti eccezionali – la rocambolesca sequenza di apertura, che dà chiaramente il meglio in 3D; il combattimento Hulk-Hulkbuster – una buona dose di battute divertenti e alcune trovate riuscitissime, ma al tempo stesso ha affettato d’accetta più del solito, lesinando dunque in sottigliezze. Ultron, così folle e gigioneggiante, è la giusta nemesi di Iron Man, e se da un lato è ottima l’intuizione di dare a Occhio di Falco un background che esalta finalmente il lato umano e il “tutto da perdere”, dall’altro il ricorso a marcate stereotipizzazioni (la casa in campagna, la bandiera americana alla porta, la brava moglie incinta) fa piazza pulita di eventuali sfumature e appare dunque una scelta affatto whedoniana, al pari del dialogo tra Banner e Romanoff incentrato sull’infertilità di lei. Resta l’impressione che anche i personaggi di Quicksilver e Scarlet Witch non siano pienamente compiuti, sebbene la seconda avrà certamente spazio per essere perfezionata nelle apparizioni a venire.
La responsabilità di dover fare da ponte al nuovo ciclo e ad altri film del MCU si sente: certe sequenze apparentemente a sé stanti, come la visivamente bellissima visione di Stark all’inizio, e soprattutto l’incursione solitaria di Thor assieme a Erik Selvig, rimangono un po’ confuse nella progressione degli eventi, ma proprio a proposito della gestione di questa sequenza, lo stesso Whedon ha parlato in questi giorni delle rigide imposizioni della produzione Marvel-Disney. D’altra parte i macrotemi della tecnologia, del pericolo – reso brillantemente tangibile nella famiglia di Clint – e della tensione tra il fare gruppo e l’individualità debordante di ciascuno di questi eroi si dipanano con efficacia lungo il film, e confermano che Whedon è quantomai abile nella gestione delle questioni umane di questi personaggi sovrumani.
Chiara C. | Alice C. | Davide V. | Edoardo P. | Giacomo B. | ||
7+ | 7 | 5 | 7 1/2 | 7 |
Scritto da Chiara Checcaglini.
Premettendo che ho visto il film in 2D e doppiato in italiano, quindi non mi sono goduto in pieno i virtuosismi registici né quelli recitativi, in generale questo sequel, da cui mi aspettavo parecchio, non mi ha fatto una grande impressione.
Se, come dici, i combattimenti sono fighi e le battute divertenti (anche se non a livello del primo capitolo), le caratterizzazioni individuali discrete e le meccaniche di gruppo nel complesso funzionano (specie nello scontro fra l’ambizione di Stark e la prudenza di Cap, che potrebbe essere un buon preludio alla Civil War), certe scelte narrative e la gestione di alcuni personaggi non mi hanno convinto. Ho trovato troppo sbrigativo il meccanismo della nascita di Ultron (bastava creare un po’ più di attesa, senza ricorrere a spiegoni), che in sé come nemico mi è sembrato poco carismatico e per nulla minaccioso, in linea con i suoi predecessori della Fase 2 che sono uno peggiore dell’altro. Meglio del previsto, invece, i gemelli (che temevo risultassero dei manichini vista la brutta impressione che mi hanno fatto Taylor-Johnson e la Olsen in Godzilla) e soprattutto Visione, per quanto si veda poco. Non mi è dispiaciuto il colpo di scena su Occhio di Falco, che contribuisce a dargli spessore, ma l’aver liquidato il rapporto fra Natasha e Cap (che avevano dimostrato un’ottima alchimia in Winter Soldier) in favore di quello con Hulk (strumentale alla storia e a mio avviso totalmente campato in aria) è stata un’idea infelice e troppo programmatica, oltre che non rispettosa della continuity. Va comunque dato atto al film che, nonostante qualche passaggio di trama confuso (specie l’incursione in solitaria di Thor con Selvig, come dici tu), non ha un vero e proprio crollo nella seconda parte come i precedenti e la battaglia finale si fa seguire, ed è già qualcosa, visto l’andazzo generale per i miei gusti inferiore alle aspettative di questa Fase 2 del MCU.