CinemadiPier Francesco Cantelli,29 Giugno 2019
X-Men: Dark Phoenix – la recensione
L'ultimo film Fox sui mutanti si rivela una debole conclusione per la saga
Nel 2006 usciva X-Men – Conflitto finale, film che a dispetto del titolo non è stata la conclusione della saga dei mutanti Marvel al cinema. Il lungometraggio non era piaciuto in egual misura a pubblico e critica, pertanto FOX aveva deciso di mettere la serie in pausa per qualche anno.
Il film del 2006 ambiva a portare sullo schermo una della storie più famose degli Uomini-X, la saga di Fenice Nera, ma con un forte limite dato dallo scarso utilizzo proprio della storyline di Fenice. Il film era stato condito di innumerevoli personaggi e la storia della trasformazione di Jean Grey nella mutante più pericolosa del mondo si intrecciava a quella di una cura per la mutazione e il suo impatto per gli X-Men.
La fenice Nera – X-Men: Dark Phoenix – la recensione
Nel 2019 la FOX ci riprova portando in sala X-Men: Dark Phoenix e promettendo di essere più fedele al fumetto originale. Sfortunatamente la storia sembra ripetersi. Ancora una volta la versione cinematografica della Fenice Nera manca il bersaglio non riuscendo nel compito fondamentale che avrebbe dato forza al film: la caratterizzazione di Jean Grey.
Il personaggio interpretato da Sophie Turner, pur essendo quello che viene maggiormente approfondito nella pellicola, non viene mai messo perfettamente a fuoco. Ció mina la riuscita del film in quanto la sua trasformazione in seguito all’incontro con la Forza Fenice dovrebbe essere il fulcro centrale del film.
Eppure, il suo passaggio al lato oscuro non avviene mai completamente, i momenti in cui perde il controllo sembrano sempre accidentali e pertanto poco coinvolgenti. Nel precedente Conflitto finale le morti causate da Jean Grey erano sempre collegate a un suo desiderio o a un suo conflitto. In Dark Phoenix sembrano avvenire solo perché ci sono attori col contratto in scadenza.
Gli altri X-Men – X-Men: Dark Phoenix – la recensione
Viene sprecata anche una delle idee più interessanti del film, ovvero la sfiducia sempre maggiore degli X-Men nei confronti di Charles Xavier. Il lato oscuro del Professor X è stato più volte approfondito nei fumetti, ma rimane un terreno inesplorato nella versione cinematografica.
Sfortunatamente questo conflitto interno viene messo in secondo piano dai veri nemici di Dark Phoenix. Un tipo di minaccia esterna completamente inedita per la serie cinematografica degli X-Men ma ormai comune ai film di supereroi. I cattivi di X-Men: Dark Phoenix mancano di una caratterizzazione forte e perseguono un obiettivo fumoso.
D’altra parte, i personaggi principali soffrono di cambi di umore fin troppo repentini che talvolta lasciano perplessi, in particolar modo Magneto che ancora una volta sembra abbandonare la strada della violenza solo per rigettarcisi a capofitto alla prima occasione.
Gli X-Men sono comunque gli stessi che abbiamo conosciuto nei tre film precedenti, con il medesimo cast e con alcuni momenti piuttosto riusciti che fanno leva proprio sull’evoluzione dei protagonisti nel corso della serie. In particolare James McAvoy continua il buon lavoro svolto nella sua versione di Xavier.
Fine di una saga – X-Men: Dark Phoenix – la recensione
Pur non essendo un disastro, X-Men: Dark Phoenix è un film che procede stanco e che raramente coinvolge. La pellicola si conclude però con una riuscita scena d’azione su un treno che permette di vedere un’ultima volta, in modo piuttosto spettacolare, i poteri mutanti di personaggi che ci accompagnano dal 2000.
Ancora una volta la Fenice Nera segna uno stop per i film degli X-Men. In seguito all’acquisizione di FOX da parte di Disney e il flop del film al botteghino, i mutanti sono ora nelle mani dei Marvel Studios. Chissà se saranno loro a far rinascere la serie, proprio come una fenice.
Pier Francesco C. | ||
5 1/2 |