La serie Netflix Chilling Adventures of Sabrina, sviluppata da Roberto Aguirre-Sacasa, non è il remake della sit-com Sabrina, the Teenage Witch (no, non c’è il gatto parlante). Fa parte della stessa operazione transmediale nata negli anni ’60 con i fumetti Archie Comics, che dà origine a un universo narrativo condiviso anche con Riverdale, oggi serie tv gemella dello stesso autore. Questa particolare declinazione di Sabrina è un teen drama piuttosto dark adattato dal fumetto dello stesso Aguirre-Sacasa del 2014.

Chilling Adventures of Sabrina

Chilling Adventures of Sabrina è pensata per i fan della tv horror e sovrannaturale. Pur mescolando gli schemi narrativi di Buffy the Vampire Slayer e Harry Potter, la serie affoga i drammi adolescenziali in abbondanti dosi di orrore, con una sfrontatezza difficile da trovare persino in Buffy. Come nel reboot di Charmed, c’è la consapevolezza del femminismo fourth-wave e del #MeToo, i cui temi entrano a far parte della trama. Come vedremo dopo, Chilling Adventures of Sabrina non le azzecca tutte, ma il tentativo è apprezzabile. Specie in una serie che si rivolge in larga parte a target femminili e giovani – chi dice che è solo marketing dovrebbe domandarsi se sia meglio una tv che questi temi li ignora.

Chilling Adventures of Sabrina, la prima stagione e il satanismo

Chilling Adventures of Sabrina si presenta con due ottimi episodi scritti da Aguirre-Sacasa – October Country e The Dark Baptism – in cui vengono mostrati soprattutto i punti di forza della serie: ambientazione gotica e pop, lotta al patriarcato e tantissimo Satana, con toni più horror del previsto. Kiernan Shipka nei panni di Sabrina Spellman è più convincente dal punto di vista dell’immagine – la faccia è quella giusta – che dell’interpretazione, tendenzialmente monocorde. Il terzo episodio The Trial of Sabrina Spellman puntualizza che la stagione non parla tanto del Dark Lord, quanto del rapporto tra Sabrina e la sua chiesa (satanista) di appartenenza, la Church of Night. Sabrina è un’adolescente che rifiuta il battesimo oscuro perché vuole essere umana e strega allo stesso tempo. Così facendo, si deve scontrare con tutta la sua comunità, famiglia compresa.

Chilling Adventures of Sabrina

Da lì in avanti, il ritmo diventa più fioco per tutta la parte centrale della stagione, riprendendosi nelle ultime puntate. Per quanto godibili, arrivano troppo presto episodi Monster of the Week, quando il fascino della serie era stato sancito da una trama orizzontale appassionante, quella della sfida tra Sabrina e Satana stesso. C’è un po’ di confusione nella gestione degli snodi narrativi, con sottotrame appena abbozzate (il cugino Ambrose, le amiche di Sabrina) che in alcuni casi paiono dimenticate. La serie svolta di nuovo con il settimo episodio Feast of Feasts scritto da Oanh Ly, recuperando anche grazie a uno stile aggressivamente macabro, la cui cupezza permane fino al finale.

Inutile dire che il lato horror-camp è quello più intrigante dell’intero show, che ci delizia con lodi a Satana, orge e cannibalismo. Ciononostante, la vera funzione della Church of Night è di prestarsi alla descrizione di una società patriarcale simile a quella delle grandi religioni monoteiste, rappresentata dall’ambiguo uomo di potere Father Blackwood (uno dei comprimari meglio riusciti dello show, interpretato da Richard Coyle). Sabrina rimette sempre tutto in discussione non perché non creda nell’esistenza del suo dio – che si palesa di continuo, con tanto di zoccoli e cornoni – ma perché non ne accetta le imposizioni prevaricanti.

Chilling Adventures of Sabrina

Chilling Adventures of Sabrina, personaggi e privilegi

In Chilling Adventures of Sabrina c’è qualche squilibrio dovuto alla scrittura discontinua. Tra l’inconsistenza di Harvey e le amiche umane appena abbozzate, questi personaggi sembrano più che altro lì per mandare avanti la trama. Entrando nella comunità streghesca, si trovano ovviamente tutti i personaggi più interessanti. Tra questi, la zia Zelda Spellman (Miranda Otto) si rivela quello meglio costruito, con un arco che mette in evidenza le contraddizioni che rendono Zelda un’eroina tragica. Sinceramente affezionata alla nipote come a una figlia sua, è però continuamente messa alla prova da questa, che sfida la sua rigida adesione alla Church of Night. Zelda si rivela a poco a poco una strega meno fanatica di quel che sembrava, ma allo stesso tempo fa di tutto per rimanere coerente con la propria fede e il suo ruolo nella comunità.

A fornire un ulteriore livello di complessità del personaggio, c’è il tema dell’abuso nella relazione tra Zelda e la sorella minore Hilda, con Zelda presentata come la parte abusante. In un universo narrativo dark e sovrannaturale, questo conflitto tra sorelle si traduce nel fatto che quando Zelda è arrabbiata con Hilda, la uccida – letteralmente, con un atto ripetuto nel corso degli anni, grazie alla possibilità di riportarla poi in vita. Zelda è un’eroina romantica, con tutta la violenza che il termine può contenere.

Per Wear Your Voice Magazine, Sabrina invece è l’archetipo della «frivolous white girl» che la fa sempre franca grazie ai propri privilegi. Gli autori sembrano consapevoli di aver creato un personaggio fatto così, tant’è che mettono in bocca al cugino (nero) Ambrose la battuta: «Why must you always insist that the universe grant you special privileges?». Guardando la stagione, è evidente che l’inclusività dello show non sia esente dai problemi televisivi più comuni, tra cui quello di ridurre quasi tutti i personaggi che non sono bianchi, etero, cis etc. a subalterni bidimensionali della protagonista (bianca, etero, cis etc.). Per approfondimenti su questi temi, vi consiglio The Mary Sue, Gizmodo e di nuovo WYVM.

Chilling Adventures of Sabrina

Chilling Adventures of Sabrina, o meglio, of Prudence

Sabrina, la frivola ragazza bianca, è anche una puntuale descrizione del carattere adolescenziale, caratterizzata com’è dal suo ribellismo a ogni costo, senza una vera consapevolezza dei rischi. Il suo senso di entitlement (comportarsi come se si avesse diritto a qualsiasi cosa) è realistico proprio perché la serie sottolinea come Sabrina si aspetti che le zie intervengano sempre per salvarla, e come rimanga poi delusa scoprendo che la realtà non funzioni così. È quell’entitlement adolescenziale e bianco a permettere a Sabrina gesti rivoluzionari, come rifiutare la propria religione senza per questo essere espulsa dalla comunità.

È una rappresentazione antieroica, che però spinge la protagonista in un territorio difficile: la rende antipatica per i motivi sbagliati, con un carattere superficiale che si riduce al suo atteggiarsi, senza concessioni ad altre sfumature. Diverso il discorso per la frenemy Prudence (la meravigliosa Tati Gabrielle), anche lei campionessa di arroganza, ma con ben altro carisma, tant’è che il suo personaggio finisce per risultare più gradito di Sabrina. È Prudence la vera underdog della situazione, quella per cui tifare: orfana mixed race (in un universo dove non si fa mai menzione del razzismo, quello vero), fedelissima alla Church of Night perché quella è la sua unica famiglia e casa, a differenza della più fortunata Sabrina – che pure è orfana come lei, ma con la quale risulta difficile empatizzare, anche in virtù del suo fumoso ruolo di eletta. Prudence ruba la scena alla protagonista per l’intera stagione, il cui episodio migliore è proprio Feast of Feasts, centrato su di lei.

Nonostante i difetti, Chilling Adventures of Sabrina fornisce un buon esempio di humor macabro e di intrattenimento horror/supernatural. La serie tornerà a breve con uno speciale di Natale, e poi con la seconda stagione, che Netflix aveva ordinato l’anno scorso insieme alla prima. E vista la presenza di easter egg, è presumibile un crossover con Riverdale nel futuro dei due show.

Sara M.
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