Guida TV 18-24 giugno 2018

Immerso in un’atmosfera di sensualità ora rarefatta ora bollente, questo noir di un ispirato De Palma avvolge lo spettatore con una narrazione che sfida la logica, nella quale il tema del doppio assume connotazioni sospese fra realtà e immaginazione. Rebecca Romijn e Rie Rasmussen esprimono una carica erotica fortissima.

Il quinto e ultimo western del sodalizio fra Mann e James Stewart ha l’impronta di una tragedia alla Re Lear, con padri dispotici, figli ingrati e consiglieri fraudolenti. Su tutto, domina la maestosità dei paesaggi in Cinemascope.

Uno dei musical di maggior successo di sempre, capace di restituire l’entusiasmo, il romanticismo e la spensieratezza dell’ambientazione anni ’50. Fulcro della vicenda, la storia d’amore fra due studenti molto diversi, il greaser sbruffone John Travolta e l’ingenua australiana Olivia Newton-John.

Un western italiano fuori tempo massimo, in cui Castellari e un irsuto Franco Nero sembrano riproporre i personaggi e le tematiche di Keoma in chiave filoindiana ed ecologista, ma senza rinunciare al consueto ricorso alla vendetta.

Presentato in anteprima al Sundance Film Festival, il lungometraggio d’esordio del giovane Quentin Tarantino è una pietra miliare del cinema degli anni ’90, nonché il punto di partenza dal quale il regista cinefilo introduce quelle che diventeranno le caratteristiche principali della sua filmografia. [leggi la recensione]

Dal saggio di Jon Krakauer, la ricostruzione della disastrosa spedizione sull’Everest del 1996. In un efficace crescendo di tensione drammatica, emergono l’impotenza e la sofferenza di un gruppo di persone schiacciate dall’ostilità della natura.

Un sequel più che dignitoso per il blockbuster del 1993, che sposta l’azione fuori dal parco, sulle tracce dei dinosauri in fuga. Più CGI e meno animatronics e personaggi come il cattivo di Pete Postlethwaite sono le principali novità in scena.

Il triangolo fra un uomo e due donne negli ambienti dell’alta società londinese è al centro di uno dei migliori film di Woody Allen del decennio, un thriller psicologico che affronta in maniera convincente temi morali come l’avidità e la giustizia.

Carol è un dramma composto e trattenuto come l’amore di cui parla, che raggiunge il vertice emotivo nelle primissime scene, dove un incipit strepitoso gioca a lungo con sguardi e punti di vista per descrivere il colpo di fulmine, sezionando gli istanti e individuando il momento in cui l’amore nasce dal nulla. [leggi la recensione]

Dallamano, regista tra i più raffinati della serie B italiana, affronta il filone erotico – esotico alla Emmanuelle stemperando con toni ironici, al limite dell’autoparodia, le disavventure sessuali, piuttosto spinte per l’epoca, dell’adolescente Annie Belle, una Lolita inconsapevole. Nel suo genere, un film da riscoprire.

Un piccolo film di formazione, intelligente e profondo, nel quale il rito di passaggio all’età adulta per un quartetto di ragazzini consiste nell’avventurosa ricerca di una specie d’anatra a rischio estinzione.

Quasi Il grande freddo alla francese, meno romantico e più spietato nel raccontare un gruppo di amici che, in occasione di una vacanza estiva, vengono messi di fronte alle rispettive ipocrisie e debolezze morali.

Polanski omaggia l’hard boiled alla Raymond Chandler con un riuscitissimo noir di ambientazione californiana segnato da un profondo pessimismo, che ripropone gli archetipi del genere all’interno di una trama torbida e complessa. Jack Nicholson e Faye Dunaway, il cinico detective e l’ambigua dark lady, sono perfetti.

Per il sequel del fortunato film del 1984, la regia passa a Tony Scott, e se guadagna spettacolarità sul versante action, perde mordente su quello della commedia. Eddie Murphy, comunque, strappa la risata più di una volta.

Entriamo in modalità “Divano & Netflix”.