Guida TV 30 aprile – 6 maggio 2018

Il film che dà il via all’omonimo franchise a metà fra l’horror e la fantascienza è un capolavoro insuperato di tensione e angoscia. Sigourney Weaver, al primo ruolo da protagonista, dà vita a un bel personaggio di eroina coraggiosa ma molto umana.

Scandita dalle indimenticabili musiche di Bob Dylan – la hit Knockin’ On Heaven’s Door nasce qui – questa ballata western sulla fine dell’amicizia fra i due personaggi del titolo si sviluppa su toni elegiaci e profondamente antieroici.

Christopher Nolan mette in scena un finale in linea con gli eventi narrati in Batman Begins e Il Cavaliere Oscuro e conclude con sapiente lungimiranza tutti i temi che hanno caratterizzato la trilogia, come l’ideologia, l’anarchia, la parabola dell’eroe, anche se non sempre con la profondità dei capitoli precedenti. [leggi la recensione]

Adottando il punto di vista di un gruppo di investitori americani, il film racconta gli eventi che portarono alla crisi finanziaria del 2007-08 in maniera appassionante e a tratti molto divertente, malgrado la complessità dei temi trattati.

Tarantino omaggia il cinema d’exploitation anni ’70 con un divertimento a metà fra lo slasher e il road movie. Nei panni del laido serial killer Stuntman Mike, con auto a prova di morte solo per il guidatore, uno spassosissimo Kurt Russell.

«Hola. Mi nombre es Inigo Montoya. Tu hai ucciso mi padre. Preparate a morir!», è il tormentone di uno dei protagonisti di questo classico del fantasy anni ’80, capace di divertire con intelligenza e ironia anche il pubblico più smaliziato, conservando il fascino e la delicatezza della fiaba tradizionale.

Solo la presenza di Robin Williams, in uno dei suoi travestimenti più riusciti, poteva rendere gradevole questa commedia dai toni fiabeschi, tipicamente hollywoodiana, tratta da un romanzo britannico dall’umorismo molto più cinico.

Nei panni logori di uno sbirro in pensione nel cui petto batte il cuore di una donna ispanica, Eastwood dà il via alla destrutturazione dell’icona di conservatorismo che era stato in passato, offrendo al thriller un sottotesto più riflessivo.

Ispirato a una storia vera che allo stesso tempo può apparire paradossale, una di quelle per cui il modo di dire ‘sembra un film’ è calzante, Argo gioca sul doppio livello di realtà e finzione e dei loro intrecci: realtà e finzione si mescolano nella vicenda raccontata così come nella costruzione del film. [leggi la recensione]

Biografia romanzata e piena di licenze del divo del kung fu, molto efficace quando ne mostra il lato intimo e il razzismo del contesto sociale, meno quando indugia sul misticismo che aleggia attorno alla sua figura.

Cinque milioni di dollari di budget, pretese ridotte al minimo e tanta voglia di divertire e divertirsi, per fare in modo che tutto il talento di Shyamalan torni a brillare, regalandoci uno degli horror dell’anno. [leggi la recensione]

Un blockbuster di buona fattura la cui tensione si regge anche sul confronto fra due protagonisti in forma: il disinvolto Wesley Snipes, all’esordio come action hero, e il folle Bruce Payne, terrorista psicopatico dallo sguardo inquietante.

Kolossal post-apocalittico girato dai due Kevin, Reynolds (regista) e Costner (attore), dopo il riuscito Robin Hood – Principe dei ladri, con enorme dispiego di mezzi ma non altrettanta ispirazione. Col tempo ha guadagnato la fama di cult.

Terza trasposizione del romanzo di Louisa May Alcott del 1868-69, la prima diretta da una donna, punta su una descrizione dei rapporti umani e del contesto accurata e realistica, ben assecondata dalla sensibilità recitativa dell’intero cast.

Entriamo in modalità “Divano & Netflix”.