Guida TV 16-22 aprile 2018

Un congegno che fa rivivere esperienze e sensazioni altrui è il motore del film della Bigelow, che applica le convenzioni del noir a un contesto di fantascienza distopica per esplorare temi controversi, dalle droghe allo stupro, dal razzismo alla brutalità poliziesca. Fiasco all’uscita, col tempo è diventato un cult del cyberpunk.

Cupo, tragico, violento e tormentato: l’esordio del Cavaliere Oscuro secondo Nolan, con il volto affilato di Christian Bale, rende giustizia a Bruce Wayne raccontando in maniera appassionante e con toni adulti le ragioni che lo hanno reso Batman.

Secondo capitolo della saga con Harrison Ford, si distingue per i toni dark, a tratti quasi horror, stemperati da grotteschi spunti comici. Le invenzioni visive e il gran ritmo compensano il rischio di stereotipo (anche razziale) delle caratterizzazioni.

Un po’ action, un po’ thriller psicologico, il primo film del sodalizio fra Liam Neeson e il regista di origine spagnola è anche il più solido, grazie a una sceneggiatura ben scritta e alle performance dell’intero cast.

Prototipo del western classico e racconto morale universale, capace di coniugare gli archetipi del microcosmo e del viaggio, resta un capolavoro della storia del cinema. Nell’immenso cast giganteggia Thomas Mitchell, medico alcolista da Oscar.

Reitman torna a raccontare un’America di provincia popolata da personaggi amari e insoddisfatti della propria esistenza, affidando al carisma scenico di Kate Winslet e Josh Brolin una delicata quanto impossibile storia d’amore.

Thriller semi-hitchcockiano, con protagonista un americano accusato di omicidio in terra cinese e aiutato da una ragazza locale. Lui è Richard Gere, ancora sex symbol, lei è l’affascinante Bai Ling, in uno dei suoi ruoli meno bizzarri.

Il regista premio Oscar per La forma dell’acqua dirige un kolossal di fantascienza intriso di nostalgia nei confronti di un cinema tipicamente giapponese, quello dei mostri misteriosi Kaiju (diffusi nel panorama sci-fi nipponico dagli anni ’50 in poi) e dei robottoni giganti Mecha (al centro di innumerevoli serie animate a partire dagli anni ’70, e qui chiamati Jaeger). [leggi la recensione]

La seconda trasposizione del romanzo di A.J. Quinnell sposta la vicenda dall’Italia al Messico e offre dosi massicce di azione e violenza, nello stile patinato e frenetico di Tony Scott. Nel ruolo che fu di Scott Glenn, Denzel Washington si dimostra forse meno introspettivo, ma più efficace come macchina omicida.

Il fresco ritratto di un’adolescente alle prese con i primi amori riscuote un successo straordinario, lanciando la tredicenne Sophie Marceau come nuova star del cinema francese. Entrata nel mito la sequenza del walkman, citata anche in chiave ironica nel primo Guardiani della Galassia.

Il regista David O. Russell, dopo l’efficace e apprezzato The Fighter, si conferma un ottimo cineasta, capace di rendere ancora interessanti storie e tematiche risapute, senza stancare pur tornando su terreni già calpestati. [leggi la recensione]

La conquista di un’inespugnabile fortezza nazista nel mare Egeo è al centro di una megaproduzione bellica epica e avvincente, che si avvale di un cast all-star e di un memorabile tema musicale divenuto in seguito cavallo di battaglia degli Skatalites.

La fantascienza grottesca di Tim Burton si fa beffe della retorica americana con un umorismo macabro quasi sempre esilarante, distruggendo per mano di alieni brutti e cattivi un’umanità deficiente e presuntuosa. Tra Gremlins e Il Dottor Stranamore, secondo il critico Jonathan Rosenbaum.

«Tu sei il male, io sono la cura». Parola di Marion Cobretti alias Sly Stallone, sbirro supercool al centro di un action movie pieno di tamarrate e privo di sfumature, ma innegabilmente spassoso. L’apoteosi del guilty pleasure ottantesco.

Entriamo in modalità “Divano & Netflix”.