Guida TV 12-18 marzo 2018

Dividendo il film in due atti – l’addestramento e la guerra – Kubrick mette in scena la perdita di umanità di un plotone di marines reclutati per combattere in Vietnam. Il discorso iniziale del fanatico sergente Hartman (R. Lee Ermey), scurrile e razzista, è un’apertura di giusto impatto per un capolavoro della storia del cinema.

La trasferta nel Pacifico di Bud Spencer e Terence Hill si risolve in uno dei loro film di maggior successo degli anni ’80, diretto con mano sicura dal poliedrico Corbucci. Sal Borgese, alias Anulu figlio de Mama, è un comprimario irripetibile.

Il terzo e ultimo film di Caligari, uscito postumo, torna a raccontare storie di droga, crimine, marginalità sullo sfondo di una Ostia post-pasoliniana e senza prospettive. Cinema italiano potente e sincero, come ormai si vede di rado.

Terzo film di James Gray con protagonista l’ottimo Joaquin Phoenix, è un dramma romantico di grande sensibilità, in cui i sentimenti più forti sono sempre quelli non corrisposti.

Un Polanski in gran forma gira uno dei suoi film più hitchcockiani di sempre, per suspense e struttura narrativa, mettendo un personaggio grigio e all’oscuro di tutto – il ghost writer del titolo originale – al centro di un intrigo politico.

Il secondo film del sodalizio fra Cronenberg e Viggo Mortensen vede quest’ultimo protagonista di un’altra storia di violenza a forte impatto, ambientata stavolta nel mondo della mafia russa.

Come suggerisce il titolo, Interstellar di Christopher Nolan è un’epopea galattica in cui l’umanità sfida i propri limiti esplorando gli spazi remoti dell’universo. [leggi la recensione]

Per la terza avventura di Mad Max, Miller mitiga la violenza, sbizzarrendosi nelle invenzioni grottesche e dando al protagonista motivazioni diverse dalla vendetta. L’appeal è quello di un film per ragazzi, ma della saga con Mel Gibson è il capitolo con la trama più articolata.

Tre storie a incastro ambientate in tre luoghi remoti del mondo, ma unite dal filo dell’esistenza, che parlano di solitudine, dolore, incomunicabilità e impotenza nei confronti del destino. Grande prova del cast multietnico.

La storia vera di Frank Serpico, il poliziotto newyorkese che denunciò la corruzione dei suoi colleghi, al centro di un classico del cinema di denuncia civile di cui Lumet rappresenta un maestro. Nel ruolo del protagonista, uno straordinario Al Pacino.

Dallo studio che ha prodotto Cattivissimo me, un film d’animazione in CGI di buon livello, veloce nel ritmo e divertente nelle trovate.

Cosa si nasconde dietro la facciata perbenista di una sitcom in bianco e nero degli anni ’50, stereotipo del sogno americano? Un espediente narrativo di imprevedibile fantasia ne rivela i lati più oscuri. Secondo Roger Ebert, uno dei film migliori e più originali del 1998.

Entriamo in modalità “Divano & Netflix”.