Guida TV 19-25 febbraio 2018

Una concezione di fantascienza adulta che si rifà agli anni Settanta, e che sollecita la coscienza dello spettatore con chiari intenti di denuncia sociale, ma senza risultare pesante o retorica. [leggi la recensione]

Le sfrenate feste romane, dal sapore tribale e animalesco, appena suggerite ne Il Divo, vengono qui esaltate rappresentando tutta la volgarità e cafonaggine di una Roma che sembra uscita dalle pagine del Satyricon di Petronio. [leggi la recensione]

Dal best seller di Roberto Saviano, un ritratto crudo e iperrealista della criminalità partenopea in uno scenario di desolante squallore e ordinaria violenza.

L’elegia di un cowboy minato dal cancro, intenzionato a regolare vecchi conti, non poteva trovare attore più adatto di John Wayne, al suo ultimo film e sofferente della stessa malattia, egregiamente diretto dal sobrio Don Siegel.

Dagli anni Trenta al Maccartismo, il conservatore Robert Redford e la progressista Barbra Streisand in un turbine d’amore e politica.

Per la prima volta alle prese con il thriller, Lee non rinuncia alla critica sociale che lo ha reso famoso, orchestrando un meccanismo di regia e sceneggiatura praticamente perfetto, per nulla scontato e a tratti geniale.

Gone Girl è il racconto di un incubo matrimoniale dalla morale cinica, impietoso nei confronti di tutti i suoi personaggi (ma in fondo schierato contro il versante femminile), curatissimo nei dettagli. [leggi la recensione]

Influenzato dalla fantascienza umanista spielberghiana, forse il miglior film di Bud Spencer da solista, con musiche ispiratissime degli Oliver Onions. Del legame fra il burbero sceriffo e il bambino alieno devono essersi ricordati i fratelli Duffer per la seconda stagione di Stranger Things.

Incentrata sugli anni della maturità della Regina Vergine, la seconda parte del dittico dedicato a Elisabetta I d’Inghilterra. Cate Blanchett torna a indossare la corona dopo nove anni, guadagnandosi una nomination all’Oscar.

Seguito dello Sceriffo extraterrestre, meno poetico del prototipo. Stavolta Bud mena alieni cattivi, ma le risate arrivano dalle grottesche gang della strada che sembrano uscite da Mad Max.

Due solitudini che si incontrano casualmente innescando una relazione vissuta tra mille difficoltà. Tra il mèlo e il noir, splende la delicata sensualità di Astrid Bergès-Frisbey.

La mafia italoamericana raccontata da uno sguardo esterno – quello del britannico Mike Newell – che si specchia nel protagonista, un giovane agente infiltrato con il volto ambiguo e pulito di Johnny Depp.

Inizia qui la fortunata saga in animazione digitale della Dreamworks, il cui goffo e pingue protagonista altri non è che la versione antropomorfa di Jack Black.

Il capolavoro horror di Friedkin, capace di sconvolgere il pubblico all’uscita per le sequenze di forte impatto, ha mantenuto intatta la sua potenza visiva e narrativa grazie anche alla fama di film maledetto per antonomasia.

Entriamo in modalità “Divano & Netflix”.