Questioni di gender #2: i 5 momenti più esaltanti del 2017
I momenti grandiosi del 2017 a tema di genere
Questo articolo è a firma di Ilaria A. De Pascalis e Lucia Tralli.
Dalle proteste transfemministe contro l’insediamento di Trump allo sciopero generale delle donne dell’8 marzo, alla giornata mondiale contro la violenza di genere del 25 novembre, il 2017 ha visto spesso questioni di gender al centro dell’attenzione.
Ancora una volta, anche cinema e serie hanno scatenato dibattiti e proposto personagg* originali e interessanti, oppure problematic* quando non spaventos*.
Ecco a voi il secondo episodio della nostra selezione!
#1 Le donne della Galassia di Star Wars
Nella nuova gloriosa avventura in una galassia lontana lontana, Star Wars VIII: The Last Jedi, sono tanti i personaggi femminili indomiti che si aggiungono alla nuova protagonista Rey: la coraggiosa meccanica Rose Tico (l’esordiente Kelly Marie Tran) e la vice ammiraglio Amilyn Holdo tra tutte. Se le scene tra Holdo (interpretata da una meravigliosa Laura Dern con capelli viola) e il pilota Poe sono forse le più significative in termini di dinamiche di genere (#spoilerfree), non c’è niente di più commovente ed esaltante di rivedere Carrie Fisher nei fierissimi panni del Generale Leia Organa. #MissyouCarrie, always.
#2 Wonder Woman e lo scudo contro il patriarcato
Un blockbuster a regia femminile (quella, impeccabile, di Patty Jenkins ) e con protagonista una donna ha scalato per la prima volta i box office internazionali, dando a Wonder Woman il suo giusto posto nel mondo dei cinecomics. Nonostante la debolezza della scrittura che da sempre caratterizza i film targati DC, la storia delle sue origini resta di ispirazione per tutt*
#3 La rappresentazione della rape culture in 13 Reasons Why
La serie targata Netflix 13 Reasons Why ha appassionato gli spettatori raccontando una storia, o meglio una serie di storie, che solitamente non trovano molto spazio sugli schermi: rape culture, violenza, suicidio e adolescenti. E se le drammatiche vicende di Hannah, la protagonista che racconta attraverso le audiocassette registrate le 13 ragioni che l’hanno condotta a togliersi la vita, hanno suscitato molte polemiche da parte di associazioni ed espert* di malattie mentali per le modalità con cui trattano il tema del suicidio, è indubbio che questa serie meriti un generale plauso per il modo con cui mostra non solo gli infiniti rivoli della rape culture, dall’apparentemente insignificante presa in giro a scuola a violenze ben peggiori, ma anche come e quando è possibile creare una vera cultura del consenso. Che di questi tempi è di sicuro necessaria.
#4 Le donne che resistono di Margaret Atwood
L’ancella June ci ha raccontato la sua presa di coscienza e la sua lotta contro il patriarcato in The Handmaid’s Tale, nell’anno in cui i movimenti femministi tornano a far sentire la loro voce. La creazione di una rete in grado di contrastare il totalitarismo deborda anche nella vita reale, con ancelle che protestano contro la perdita dei diritti sul proprio corpo nelle strade di tutto il mondo.
In un altro tempo, non distopico, Grace, la detenuta, è un’assassina reo-confessa ma è anche un’altra, Alias Grace, una donna vittima di un sistema patriarcale da cui non c’è modo di nascondersi o prevalere se non elaborando intricate strategie per sopravvivere, che comportano celare costantemente il proprio vero io.
Margaret Atwood e le sue donne in lotta contro il patriarcato ci hanno magistralmente accompagnato sugli schermi in quest’anno in cui la fantascienza troppo spesso è sembrata diventare realtà.
#5 Lena Waithe e le grandiose donne black (e queer)
Il 2017 appena passato è stato sorprendentemente un anno grandioso per le storie di donne black, soprattutto quelle seriali: da Dear White People a Blackish, da She’s Gotta Have it a Insecure, finalmente c’è un’abbondanza di (ottime) storie di donne nere di tutti i generi sui nostri schermi e attrici, produttrici e scrittrici che finalmente ottengono il successo che si meritano. Tra tutte però, menzione d’onore a Lena Waithe, attrice e sceneggiatrice che quest’anno ha conquistato (insieme ad Aziz Ansari) un Emmy per la sceneggiatura originale del meraviglioso episodio Thanksgiving di Master of None, in cui racconta la storia (autobiografica) del suo coming out: una riflessione divertente e amara allo stesso tempo, di cosa vuol dire essere queer e nera, nel mondo di oggi. Momento memorabile: il suo discorso agli Emmy, in cui ha ringraziato la sua “famiglia LGBTQIA” che ogni giorno indossa la propria diversità come un superpotere.