Noi siamo famiglia: ecco Guardiani della Galassia Vol. 2
Citazioni, ironia e musica awesome in un sequel più profondo dell'originale
Tre anni dopo il primo capitolo, torna nelle sale il supergruppo spaziale più bizzarro della Marvel con Guardiani della Galassia Vol. 2, sempre diretto da James Gunn e interpretato dallo stesso cast in cui i ruoli principali sono affidati a Chris Pratt e Zoe Saldana. In questa nuova avventura, Star-Lord cerca di tenere assieme la “banda di idioti”, come sempre in mezzo ai guai, quando incontra uno strano signore che si presenta come suo padre…
Al ritmo dell’Awesome Mix Vol. 2 – l’audiocassetta di musica anni ’60-’70 preferita da Quill – questo secondo capitolo dei Guardiani della Galassia ripropone lo stile registico del prototipo, con le sue ambientazioni coloratissime e l’iconografia grottesca alla Métal Hurlant, nonché la stessa abbondanza di citazioni sia interne all’universo fumettistico Marvel, che legate in maniera più ampia alla cultura pop anni ‘80 con cui il protagonista, e noi, siamo cresciuti; denotando, in questo caso, forse un po’ meno comicità, ma più attenzione alla storia e, soprattutto, alle caratterizzazioni.
Se Quill, Rocket e Groot (che in versione baby ha contribuito non poco al lancio del film) confermano quanto di buono già visto prima, di gran lunga migliore appare l’utilizzo di Gamora, molto più scalciaculi e meglio definita nel suo ruolo di coscienza del gruppo, e di Drax (Dave Bautista), più tonto e grezzo che mai, al quale sono affidate alcune delle gag più riuscite. Vengono inoltre valorizzati comprimari come Nebula (Karen Gillan) e, soprattutto, Yondu, antieroe burbero e cinico, interpretato da un ottimo Michael Rooker dipinto di blu. Ego, impersonato da un Kurt Russell memore dei suoi ruoli per Tarantino, è poi una new entry carismatica quanto destabilizzante.
A una prima ora di azione sfrenata e puro divertimento, ne segue una seconda più riflessiva, in cui i rapporti fra i personaggi hanno modo di svilupparsi in maniera più profonda che nel prototipo, senza per questo rinunciare alla stessa ironia di fondo, sempre apprezzabile e capace di stemperare anche i momenti più drammatici. Il tema principale di Guardiani della Galassia Vol. 2 è la famiglia in tutte le sue declinazioni – dal conflitto fra paternità di fatto e di sangue che vede Quill diviso fra Yondu ed Ego, alla tormentata sorellanza fra Gamora e Nebula – fino al trionfo di un tipo non tradizionale di comunità, multirazziale e multifocale, che unisce persone tanto diverse permettendo loro di esprimere sé stesse e accettandole per quello che sono. Azzeccata anche l’idea della nemesi finale di natura cancerosa, che riporta alla mente un precedente film di Gunn, l’horror Slither, ma si presta a una metafora di certe malattie capaci di distruggere ricordi e felicità.
Un utilizzo efficacissimo della colonna sonora – in particolare nella sequenza dello sbarco sul pianeta di Ego, con le sue visioni psichedeliche, al ritmo di My Sweet Lord di George Harrison, e in quella conclusiva, perfino commovente, con Father and Son di Cat Stevens in sottofondo – contribuisce infine a rendere Guardiani della Galassia Vol. 2 un cinecomic emozionante e di eccellente fattura, nonché la vetta più alta finora raggiunta dalla Fase 3 dell’MCU.
Davide V. | Chiara C. | Eugenio D. | Giacomo B. | Ilaria D. | ||
8½ | 7½ | 7½ | 7½ | 8½ |