Deathgasm, l’horror comedy più metal di Netflix
Quando una band di metallari esegue un brano maledetto si spalancano le porte dell'inferno
Come fondere una horror comedy con una divertita parodia degli stereotipi metallari facendo allo stesso tempo un appassionato omaggio al genere? La risposta è Deathgasm che, a sorpresa, non viene dalla Scandinavia, ma dalla distante Nuova Zelanda, la quale dimostra da anni di avere una certa predisposizione per le commedie in salsa horror e lo humour nero, a partire da Black Sheep fino al recente What We Do in the Shadows. Jason Lei Howden, rinomato artista degli effetti visivi (Lo Hobbit, Avengers, Wolverine e tanti altri), al suo primo lungometraggio, prosegue brillantemente su questa strada.
A dare il titolo al film non poteva che essere il fantasioso nome scelto per la band composta dal protagonista Brodie (Milo Cawthorne), metallaro da poco trasferitosi in città che fatica a integrarsi, insieme a due nerd appassionati di giochi di ruolo e Zakk, una vera mina vagante strafottente e nichilista. I quattro entrano fortuitamente in possesso dell’ “Inno Oscuro” e lo suonano scatenando un’apocalisse di demoni alla quale tenteranno di porre rimedio.
La cosa sorprendente è che Deathgasm si rivela interessante tanto nella costruzione dell’ambientazione e delle relazioni tra i personaggi quanto nell’azione vera e propria. Infatti, se togliessimo la componente soprannaturale dalla prima parte, lo si potrebbe scambiare per un film indie da Sundance nell’accezione positiva del termine (e con soundtrack metal!), per la capacità di raccontare senza pretestuosità, ma con ironia e qualche traccia di nostalgia, lo spaccato sociale di una cittadina medio bigotta nella quale si collocano le sotto-culture metal e nerd, con le peculiarità e le idiosincrasie di giovani “sfigati” che si rifugiano nelle loro passioni, ben esprimendo la doppia tensione di repulsione alla norma sociale e incapacità di adeguarsi alla stessa. Non manca neppure una sotto-trama romantica (grazie alla ninfetta Kimberley Crossman), anch’essa trattata con debito cinismo, che permette di mettere in scena uno dei primi appuntamenti più spassosi del cinema recente e trasformare infine la ragazza, alla faccia di tutte le Pretty Princess del mondo, in una metallara convinta.
Quando scoppia l’apocalisse, Howden pigia sull’acceleratore per non guardarsi più indietro, con un body count che sale vertiginosamente in un profluvio di liquidi di varia natura, budella esposte e arti mozzati, al quale contribuisce un inventivo uso di armi non convenzionali (i sex toys non sono mai stati così letali!) e nessun riguardo per la salute dei suoi protagonisti. Una vera festa del gore tanto violenta quanto divertente per chi sta al gioco, grazie a ottimi effetti artigianali (e un po’ di CG), mescolati all’uso parodico degli stereotipi metallari, tra satanismi assortiti, videoclip nei boschi, “fratellanze di sangue” e aspiranti Manowar in tenuta vichinga. Nella sua leggerezza, e perdonata la prevedibilità di tutto l’atto finale, Deathgasm intrattiene e sorprende (l’unico riferimento possibile è Tenacious D), innalzando un omaggio ai metallari tanto irriverente quanto autoironico che la coppia di protagonisti non potrebbe che definire con una parola: BRUTAL!
Scritto da Eugenio De Angelis.
Eugenio D. | Sara M. | ||
7 | 7½ |
Deathgasm è una delle perle di Netflix (che ha pochissimi horror, ma per lo meno ne ha scelti alcuni davvero di pregio).