Guida alle novità Netflix: febbraio/marzo 2017
5 titoli da bingiare in streaming: che c'è di nuovo in catalogo?
Così poco tempo libero da dedicare al binge-watching e così tanti nuovi titoli in uscita. Quali scegliere? Vediamo le novità Netflix più interessanti degli ultimi 60 giorni.
La storia di Doris – sessantenne attratta da un giovane collega – è una vicenda che di solito non vedi. Se oltreoceano c’è ancora qualcuno convinto che i “film di donne” non hanno mercato, Hello, my name is Doris è l’esempio di come raccontare con successo una personaggia sfaccettata e complessa senza ricorrere a soluzioni di comodo e perdere di credibilità. I 14 milioni incassati in patria non mentono: il pubblico c’è, eccome.
I titoli d’apertura Marvel/Netflix sono un’ottima guida alla visione: di Daredevil anticipano il conflitto interiore, di Jessica Jones lo stato d’animo, di Luke Cage la forza simbolica. Di cosa tratta Iron Fist? L’animazione iniziale mostra esclusivamente un tizio che fa Kung Fu, la serie pure. Per alcuni è abbastanza, gli altri possono aspettare The Defenders.
Sia chiaro: non è una serie sugli zombie. Delusi gli appassionati di genere, esultino i fan di Veronica Mars. È con quest’ultima che la serie condivide il legame più evidente, non solo per il medesimo showrunner – Rob Thomas – ma soprattutto per la presenza di elementi narrativi cari ai marshmallows (la detection, l’ironia, l’inadeguatezza, la cultura pop). E sia chiaro: iZombie non ha l’incisività di Veronica, ma le atmosfere vagamente marsiane bastano per una visione spensierata.
Gli inizi di una delle star più famose del porno gay – Brent Corrigan – e la strana morte del suo produttore, Bryan Kocis. Bocciato dallo stesso Corrigan – che lo ha definito a story with contempt for queer culture & mockery for porn – King Cobra è un film di iperboli melodrammatiche: se non c’è soddisfazione nell’eccesso – dalla sovrarecitazione di James Franco all’intreccio romanzato – rimangono due ore di sesso, bellezza e omicidio shakerate in un crime da salotto televisivo.
L’idea di spostare lo zombie dal contesto distopico a quello dell’integrazione borghese non è affatto male. Com’è andata? Si ride – anche se non sempre con la stessa intensità – e si bingia senza impegno, magari confidando in una commedia meno slapstick e più nera. Nel frattempo la scelta di un intrattenimento largamente accessibile è sia un limite che un pregio, sperando che il potenziale della serie venga esplorato anche attraverso altre direzioni.
BONUS: Sharknado: The 4th Awakens
In questo capitolo Tara Reid è un robot e Ian Ziering “Ellen Ripley”… Sharknado 4 è una bomba.