About Ray… o Maggie? di chi è questo film?
3 Generations in About Ray e neanche un personaggio degno di questo nome
About Ray esce in Italia con il titolo di lavorazione 3 Generations e il sottotitolo Una famiglia quasi perfetta, con oltre un anno di ritardo rispetto alla presentazione al Toronto International Film Festival nel settembre 2015. In realtà già il ritiro del film dalla distribuzione USA, avvenuto pochi giorni prima del lancio nonostante un cast impegnativo avrebbe dovuto far sospettare dei problemi.
About Ray si prefigge di raccontare la transizione FtoM del sedicenne protagonista (nato Ramona e interpretato, fra molte polemiche per la scelta di una donna cisgender, da Elle Fanning), colto subito prima che inizi il trattamento con il testosterone. Minorenne, necessita del consenso di entrambi i genitori; ma solo la madre Maggie (Naomi Watts) gli è vicina, mentre il padre è assente da anni dalla sua vita (Tate Donovan). La sua scelta di procedere alla riassegnazione del genere maschile viene dibattuta anche dalla nonna (Susan Sarandon) e dalla sua compagna (Linda Emond), esponenti di una supposta comunità lesbica femminista tradizionalista – e sacrificate dalla scrittura banale.
Già nell’assunto About Ray è poco articolato: il mondo di Ray è quello degli intellettuali borghesi e liberal di Manhattan, e il ragazzo frequenta un costoso liceo privato musicale dove può essere creativo e avere un gruppo di amici progressisti come lui. Il film però non parla mai del privilegio socioculturale ed economico dei personaggi, né come la vita di Ray cambierà quando frequenterà la scuola pubblica (che viene scelta perché parte di una vita “normale” non meglio identificata). Inoltre, Ray sembra non avere alcuna difficoltà esistenziale oltre al desiderio di ottenere la firma dei suoi genitori sul modulo al consenso informato per il trattamento ormonale; risolve i propri desideri incanalandoli nella creazione di video e musica, ed è solo eccitato di fronte alla prospettiva di cambiare casa e scuola. Il sospetto di una certa incapacità di gestire il personaggio di Ray da parte della regista Gaby Dellal, anche co-sceneggiatrice assieme a Nikole Beckwith, era già sorto in occasione di un’intervista in cui aveva rivelato una certa ignoranza sulla soggettività transgender, parlando anche di Ray al femminile.
Di conseguenza, Ray resta poco sullo schermo, lasciando spazio a Maggie – senza però che About Ray riesca a risolvere neppure lei. Ripetutamente accusata per la sua promiscuità sessuale dalla madre come dal figlio, è incapace di separarsi dalla madre, senza che vengano affrontate le eventuali motivazioni di tanta irresolutezza, né che venga proposto un percorso di crescita dalla traiettoria narrativa. Particolarmente grave è invece l’indulgenza che viene mostrata dal film e da Ray nei confronti del padre, figura quanto mai normativa, eterosessista, intrisa di privilegio economico, eppure mai davvero criticata ma giustificata per ogni comportamento.
Un film insomma che inneggia a una presunta normalità, che è però solo quella del privilegio borghese, e non riesce a riflettere in alcun modo sulla complessità dell’identità e su quanto costi essere autentici.
Ilaria D.P. | ||
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