Gli episodi di Black Mirror dal peggiore al migliore, pt. 2
Continua la classifica della serie distopica su Netflix
Prosegue la nostra classifica di tutti gli episodi Black Mirror, di cui abbiamo già valutato i peggiori. Qui si continua con le posizioni intermedie!
#8. Men Against Fire
Atmosfere dark come l’ormai classico White Bear, è un Black Mirror antimilitarista di fantascienza impegnata. Fa la domanda che la sci-fi ripete da sempre chiedendosi cosa sia umano, impiantandola sui temi della guerra e dell’immigrazione, specchio efficace del mondo odierno – in questo ricorda I figli degli uomini, un film in linea con la serie. Belle le soggettive dei soldati che richiamano il linguaggio del videogame, un po’ peggio gli spiegoni finali che fanno parlare l’episodio in modo più radiofonico che cinematico. Ha il pregio di non incolpare la tecnologia, ma l’umana perversione.
#7. Nosedive
Scritto da Rashida Jones e Michael Schur di Parks and Recreations, è un episodio che spicca per la direzione artistica che l’ha reso una distopia color pastello, dal design vagamente Apple già visto in altri episodi, qui onnipresente in scenografie, costumi e gadget. È comico in maniera più sinistra che divertente. La app discriminante che controlla il suo mondo ha fatto parlare parecchio anche dalle nostre parti. Un episodio meritevole, rovinato da un finale incoerente e semplicistico (sfuriata compresa).
#6. The Entire History of You
Una delle narrazioni più solide di tutto lo show è un thriller dei sentimenti basato sul suo presente (2014), che si confrontava ancora un po’ stupito con la pervasività dei social network. Non col rating di Nosedive, quindi, ma con la museificazione digitale della nostra quotidianità. Il device che permette di registrare tutto, creando gallerie di ricordi, ci chiude in un panottico autogenerato che ricorda la nostra vita sui social. Occhi spenti, siamo lì dentro, ossessionati dai dettagli della nostra vita e dalla possibilità di esporli. Protagonista l’uomo qualunque, vittima ideale di Black Mirror proprio per la sua stessa mediocrità.
#5. Be Right Back
È l’episodio più sinistro di sempre. Di nuovo a confronto memoria e tecnologia: i morti tornano in vita, fantasmi di loro stessi e della vita digitale che hanno avuto. L’oltretomba è un limbo che rende inquietante la nostra presenza sui social media oggi. È una delle puntate migliori, perché la distopia tecnologica è un mezzo per parlare d’altro, in questo caso l’elaborazione del lutto. Mentre San Junipero parla del rapporto con la propria mortalità, qui il punto è la perdita dei propri cari.
#4. White Bear
Azione, orrore, disturbo, è un episodio terrificante. Lavora su ritmo, paura e mistero, parlando di violenza e dell’assenza di pietà del cittadino medio: possiamo immaginare gli indignati di Hated in the Nation inseguire la protagonista coi loro smartphone. «Time to tell you who you are», viene detto al personaggio, ma anche al pubblico reale che con questo episodio deve interrogarsi sui propri bassi istinti. Geniale il ribaltamento finale.
Nella prossima puntata, la top 3 dei migliori episodi di Black Mirror di sempre.