EditorialediBlogger Erranti,14 Giugno 2015
Verso Sud, a vedere film dispersi e ritrovati
A cosa serve la critica se non a consigliare buoni film?
A cosa serve la critica? Che si tratti di libri, musica, cinema, teatro e perfino di sport, tra i compiti della critica c’è senz’altro quello di raccontare, analizzare, segnalare ciò che altrimenti si perderebbe nei meandri di offerte plurime e variegate. La divulgazione innanzitutto. Divulgazione che oggi è probabilmente il dovere principale di chi fa critica. Per il cinema questo vuol dire mostrare i film, farli conoscere, segnalare nuovi autori, nuove cinematografie, allargare le visioni per ampliare il gusto della visione. Come per il palato: senza la possibilità di abituarsi a sapori diversi, sarà impossibile sviluppare le papille gustative in modo da apprezzare piatti diversi da patatine fritte e caramelle gommose.
Se una volta la critica ufficiale poteva permettersi di andare a vedersi i film per raccontare le proprie visioni come esercizio dialettico e culturale e meravigliosamente artistico, oggi invece deve portare quel film al pubblico. Letteralmente portare la montagna da Maometto per goderne le bellezze e l’aria fresca tutti insieme, e magari scoprire nuovi ruscelli a cui abbeverarsi. Ci sono siti di cinema, gruppi di appassionati, addetti ai lavori, festival grandi e piccoli, associazioni culturali che sempre più spesso percorrono questa strada tortuosa e ottengono grandi soddisfazioni. Perché là fuori il pubblico c’è e ha solo bisogno di essere accompagnato (meglio se vicino casa) e indirizzzato alla visione.
E allora lode a chi, come La scatola blu, ceCINEpas (di cui faccio umilmente parte), Kino, Kinodromo, UZAK, Dinamo Culturale, le panoramiche di Cannes e Venezia a Milano e Roma, FilmTv e il suo servizio VOD, a Cinema Errante che segnala film inediti e dispersi, ai centinaia di grandi e piccoli Festival che continuano la loro divulgazione con fatica e passione e a tutti coloro che continuano a credere che ampliare gli orizzonti sia cosa buona e giusta. Perché lo è, e a volte basta andare a verso sud, tipo a Bari, per vedere film coreani in una sala piena per rendersi conto che la strada è quella giusta.
Scritto da Sara Sagrati.