Buffy in 4. Welcome to the Hellmouth
I’m a slayer – Ask me How
Marzo 1997: la WB manda in onda il pilot di Buffy the Vampire Slayer, Welcome to the Hellmouth, sceneggiato dall’allora giovanissimo Joss Whedon.
È difficile, oggi, immaginare la cultura pop senza Buffy.
La sua storia, nelle intenzioni di Whedon, era una storia di riscatto e rivincita: cosa succederebbe se la ragazza bionda e indifesa che muore all’inizio di ogni film horror fosse invece in grado di difendersi da sola? Nasce così Buffy Summers (Sarah Michelle Gellar), bionda, bella, teenager, apparentemente svampita. Buffy che arriva in una nuova città, Sunnydale, e fa amicizia con i cliché assoluti da highschool: la secchiona Willow (Alyson Hannigan), lo sfigato Xander (Nicholas Brendon), la bella Cordelia (Charisma Carpenter), il timido bibliotecario inglese, Mr. Giles (Anthony Head).
Buffy però non è una teenager normale, Buffy è la chosen one, la prescelta, l’ultima di una dinastia di donne che hanno ricevuto a loro insaputa il “dono” di combattere le forze del male. Un compito che la pone costantemente di fronte a situazioni troppo complesse per una persona della sua età che spesso supera grazie all’appoggio incondizionato della sua Scooby Gang. Buffy racconta quel periodo mostruoso della vita di ognuno di noi, l’adolescenza, con incredibile umanità e con un’inedita empatia verso i suoi personaggi, soprattutto quelli femminili. Ed è una immensa ode all’amicizia.
Se c’è una cosa che Buffy sa fare è dare assoluta priorità al percorso dei suoi personaggi. Personaggi a tutto tondo, drammaticamente reali. Nel doppio episodio Surprise e Innocence (2×13-14) riesce anche a raccontare il dolore della perdita dell’innocenza (e della verginità) e il passaggio alla vita adulta, il rischio di innamorarsi della persona sbagliata, o nelle circostanze sbagliate. (Se non avete mai visto Buffy, vi consiglio di guardare il discorso che Giles fa in macchina a una Buffy rosa dai sensi di colpa dopo aver fatto l’amore con Angel. Non ve ne staccherete mai più).
L’importanza della rete affettiva di Buffy prende forza con l’arrivo nella terza stagione dell’altra cacciatrice, Faith, il cui carattere e atteggiamento ribelle mostrano rapidamente (con Bad Girls e Consequences, 3×14-15) i rischi del “mestiere”. Faith è solitaria, violenta e galvanizzata dal potere del suo dono che rapidamente la fa precipitare verso il lato oscuro.
La facilità e l’imprevedibilità con cui le decisioni e gli avvenimenti della vita potrebbero condurci altrove è un tema molto caro a Whedon e viene esplorato spesso. Tra gli altri, negli episodi The Wish (3×09) e Dopplegangland (3×16), viene affrontato riguardo al personaggio della timida Willow attraverso il suo “doppio” vampiro. Willow, che lungo le stagioni accumula potere diventando una strega, ha il terrore di essere “quella innocua” e non si rende conto né di essere in realtà fondamentale per le dinamiche del gruppo né dei pericoli che questo potere a lungo atteso porta con sé.
Nel finale della prima stagione, il cattivo urla a Buffy “Dovevi morire! Così era scritto!”.
Ma Buffy fin da subito sfida tutte le regole del gioco. E vince.