Fargo – Stagione 1: la recensione
Prodotta dai fratelli Coen per FX, la prima stagione di Fargo ha vinto un Emmy nel 2014 e un Golden Globe nel 2015 come miglior miniserie, sbaragliando anche True Detective. Crime-drama che sconfina nella commedia nera, Fargo si ispira al film dei Coen del 1996. Ne riprende i motivi e i personaggi, ma li riadatta a una nuova trama, ambientata in un sempre nevoso Minnesota del 2006.
Lo sceneggiatore Noah Hawley dimostra di conoscere l’opera dei Coen da cima a fondo, e scrive Fargo generando una creatura che s’allinea al cinema dei due fratelli, pur adattandosi al linguaggio televisivo. Fargo racconta la capacità dell’uomo comune di evocare le forze oscure di un male incontrastabile, che una volta liberate scatenano una distruzione dalle proporzioni bibliche. Martin Freeman interpreta il protagonista Lester Nygaard, personaggio che da semplice frustrato si evolve in cattivo vero e proprio. A risvegliarlo da un’inettitudine che richiama quella del protagonista di L’uomo che non c’era sarà proprio Billy Bob Thornton (protagonista a sua volta di quel film), qui nei panni del feroce assassino Lorne Malvo.
Si fa presto a fare due più due: Lorne Malvo è l’Avversario, Fargo parla di un uomo che incontra il diavolo. «Lester, fai la tua scelta», dice Malvo, e subito Lester gli appartiene. Per la viltà, per la violenza involontaria e liberatoria, Lester è la creatura di Malvo, che non sembra avere una reale motivazione per i propri misfatti, se non quella di entrare in possesso dell’anima nera di Lester. L’inarrestabile forza distruttiva di Lorne Malvo richiama quella di un altro demone coeniano, l’Anton Chigurh di Non è un paese per vecchi. Malvo rappresenta una Natura matrigna, inarrestabile come una valanga o un’onda anomala; gli si dà la caccia con vere trappole per orsi e il suo animale guida è il lupo; ma Malvo è anche una creatura fantastica: si paragona a un drago ed è una chimera leggendaria che manifesta con prepotenza la sua realtà.
L’antagonista designata è il vicesceriffo Molly Solverson, alias Allison Tollman, la cui caparbietà, ispirata al personaggio di Frances McDormand, è fondamentale a non farla perdere d’animo. Mentre la polizia è paralizzata da un’abulia fiabesca, come vittima di un incantesimo, solo Molly ha gli occhi bene aperti e vuole combattere. Unica donna in un mondo di uomini, è la tenace rappresentante dei buoni di Fargo, che non usano quasi mai la violenza e se lo fanno è solo per difendere la casa e la prole.
Con uno humour nero come la pece, i Coen e Hawley presentano la lotta del bene contro il male, e del male contro se stesso. E se il buon poliziotto qui diventa preda, è anche vero che l’ira degli dèi punisce sempre la tracotanza degli uomini; ma il male è un’idra le cui teste fioriscono per l’eternità. La serie ha un formato antologico, e alcuni episodi contengono molteplici riferimenti a terribili fatti accaduti nel 1979, anno in cui sarà ambientata la seconda stagione. Ce la aspettiamo altrettanto meravigliosa e terribile.
Sara M. | Chiara C. | Giacomo B | Sara S. | ||
8/9 | 8 1/2 | 10 | 10 |