Mad Men 7×05: la recensione
The Runaways: i protagonisti del nuovo episodio di Mad Men sono in fuga, o almeno ci provano. Qualcuno si spinge più in là, provando a infiammarsi nella sua personale rivoluzione. Il conflitto con l’autorità non pervade soltanto il 1969, ma anche le trame della puntata, e scrutando attentamente possiamo scoprire chi sia il fuggitivo e chi invece non potrà mai liberarsi dalle sue catene.
A proteggere i bastioni del dispotismo troviamo in primis Lou Avery e Betty Draper. Nel caso di Lou, l’intolleranza si declina nella somministrazione di atti di nonnismo militare alle spese dei creativi dell’agenzia, (i sovversivi della situazione, perpetuamente fumati – l’alcol sta passando di moda alla SC&P), e che assume caratteristiche odiose nel disprezzo palesato verso Don, umiliato e bulleggiato, ma soprattutto provocato. I sottoposti scherniscono i fumetti di Lou, e lui, che è il nuovo capo, approfitta del loro castigo per tormentare Don; il suo gesto sarà però punito poche scene dopo dall’assalto di Don alla Philip Morris (come previsto da Stan, Don “prima o poi gliela farà pagare”).
Betty Francis rappresenta l’oggetto di contestazione della rivolta adolescenziale di Sally Draper, ormai ai ferri cortissimi con la madre. Sally, disgustata dalla sottomissione di Betty agli uomini, cammina non solo verso la ribellione ma anche verso il femminismo; eppure non si accorge che Betty non è tanto diversa da lei. Per quanto destrorsa e guerrafondaia (persino Nixon vorrebbe trovare una conclusione alla guerra in Vietnam; lei no), pare essersi stancata di assecondare i mariti, in particolare Henry. È una Betty diversa da quella giovane e insicura che era sposata con Don: traformatasi nella classica signora altoborghese piena di boria per l’importanza del marito, Betty si rende improvvisamente conto di essere considerata dagli altri una nullità. Parallelamente alla figlia adolescente che la odia, Betty inizia la sua personale ribellione a Henry e al ruolo che le è stato imposto.
La ricorsività di Mad Men è confermata ancora una volta da Don Draper, il quale sembra completare per l’ennesima volta il ciclo di caduta-resurrezione che va in scena dall’inizio della serie. Salvato in corner dalla lealtà dell’uomo più disonesto del mondo, Harry Crane, Don invade il meeting segreto del bullo Lou e di Jim Cutler con la Philip Morris, liberandosi con la forza dal giogo del destino che gli altri hanno pensato per lui. Frattanto, il suo matrimonio con Megan rimane nello stallo a cui siamo ormai abituati, e a nulla vale il triangolo sessuale imbastito dalla moglie con l’amica Amy: Don riparte subito dopo per New York, disinteressandosi della consorte come tutte le altre volte.
In The Runaways Megan si confronta con Stephanie, la nipote della compianta Anna Draper. La “nipote di Don” appare a Los Angeles come un’incarnazione del fantasma di Megan che Don ha visto in A Tale of Two Cities durante la sesta stagione: la ragazza hippie incinta e felice. Ma Don ora non fuma più marijuana, e Megan guarda con sospetto il pancione di Stephanie, convincendola a sparire poche ore dopo la sua comparsa: nemmeno Don insisterà nel cercare una fuggitiva.
La parabola di Michael Ginsberg e del suo capezzolo tagliato segna un passaggio piuttosto amaro nella storia di Mad Men. Viene gettata la maschera della commedia, che ha celato il volto di Ginsberg dietro al ritratto macchiettistico dell’ebreo nevrotico (i soliti riferimenti a Woody Allen, ma anche al Philip Roth del Lamento di Portnoy, che Don legge in The Monolith). Dentro la scatolina che Michael Ginsberg porge a Peggy si trova la vera identità del personaggio; la scatola è una finestra sull’abisso del bambino nato in un campo di concentramento e convinto di venire da Marte, il capezzolo rimosso la valvola che ne lascia defluire il dolore. La comicità macabra che ha falciato il piede di Guy e accecato Ken nelle passate stagioni è sparita. Quello che rimane è l’orrore di Peggy davanti al frammento di carne insaguinata che le viene offerta in dono.
Ma chi sono infine i fuggitivi? Sono Don e Sally Draper, senza dubbio, che sfuggono all’autorità; non il piccolo Bobby, però (“Vuoi scappare? Mi dispiace. Non ti lasceranno mai uscire”, gli dice la sorella). Come abbiamo visto, Michael Ginsberg si trova in fuga dalla realtà; Megan Draper e Betty Francis non sono ancora riuscite a evadere dalle proprie prigioni dorate, ma stanno studiando un piano. L’episodio, sibillino come sempre, ci lascia a riflettere sui loro destini, chiedendoci dove e quando Betty abbia imparato l’italiano.
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