Non si può paragonare The Soft Moon a nessun’altra realtà musicale, sebbene si riescano senza dubbio a rintracciare radici industrial, darkwave e coldwave .

The Soft Moon è un progetto davvero unico, capace di creare ritmi geometrici, lineari, ossessivamente ripetitivi a partire dalle suggestioni astratte e dada di un Hans Richter o di un Moholy-Nagy. Mercuriale potrebbe essere un buon aggettivo per descrivere non soltanto le sonorità di The Soft Moon, ma anche per parlare di Luis Vasquez, artista statunitense di Oakland, creatore e solo responsabile di questo progetto musicale.

I Mercuriali sono attivi/negativi, hanno quindi più energia rispetto alla media delle persone e tentano di distruggere&creare o cambiare la realtà tendenzialmente in maniera conflittuale […]. I tipi mercuriali sono in costante movimento, sempre irrequieti o come si suol dire “con le ali ai piedi”.
(Marco Biffi)

È proprio il caso di dire che Luis Vasquez ha le ali ai piedi: “The Soft Moon Summer Tour 2013″ conta ben 19 date in 33 giorni, tra Olanda, Germania, Polonia, Taiwan, Inghilterra, Francia, Belgio, Svizzera, Israele, e Italia. È la terza volta in Italia per Vasquez/The Soft Moon (sarebbe scorretto parlare “dei” Soft Moon, perché The Soft Moon è Luis Vasquez; si tratta di una one-man band). Saremo stati una trentina ad assistere al suo esordio bolognese domenica 22 maggio 2011 al Sì (ricordiamo che il suo primo tour italiano ha toccato anche Milano e Roma). Una performance da togliere il fiato, che ha unito effetti visual in tema (curati da Ron Robinson) alle sonorità sobrie e asciutte del visionario, omonimo LP The Soft Moon (Captured tracks, 2010). Non c’erano dubbi: ci trovavamo davanti alla nascita di qualcosa di nuovo.

Dopo quasi due anni, venerdì 12 aprile 2013 ha fine la nostra trepida attesa: The Soft Moon torna a Bologna, al Covo. Stavolta ci facciamo trascinare dalle lucide, paranoiche allucinazioni del secondo LP, Zeros (Captured Tracks, 2012). Le sonorità sono più cupe, claustrofobiche; il ritmo è quasi tribale, penetra nelle viscere ed è impossibile estirparlo (“Total decay”, contenuta nell’omonimo EP che ha preceduto l’uscita di questo disco, ne è esempio più calzante). La poetica di Vasquez evolve, ma non è l’unico cambiamento: Damon Way non è più alla batteria; troviamo invece un simpaticissimo Keven Tecon. Per motivi personali, anche Ron Robinson abbandona il progetto; gli effetti visivi sono sempre presenti, ma sfortunatamente in misura molto minore.

Vasquez ci stupisce ancora una volta decidendo di tornare in Italia a distanza di pochissimi mesi. Ci ritroviamo il 23 agosto all’Hana-Bi di Marina di Ravenna, dove scopriamo che la formazione è cambiata di nuovo. Il live estivo ci riserva non poche sorprese: al basso non troviamo più l’apprezzabilissimo Justin Anastasi, ma l’italiano Matteo Quintino. Purtroppo in quest’occasione il basso si è sentito poco, forse perché il palco dell’Hana-Bi si trova all’aperto. Nonostante questo problema tecnico, Quintino ci è sembrato molto professionale e a suo agio nella situazione – il che non deve essere per niente semplice! La grande forza che richiede The Soft Moon si è letteralmente sprigionata dall’inedito talento di un altro italiano, Matteo Vallicelli, alla batteria. Dulcis in fundo, vediamo un Luis Vasquez più in forma che mai; merito anche delle new entries italiane, ci confida. La sua passione rapisce. Quella sua voce, fioca nell’album, dal vivo stordisce.

C’è stato da rimanere a bocca aperta a quest’ultimo concerto. Con il cuore in gola, aspettiamo il prossimo.

Setlist (23 agosto 2013):
Die life
Alive
Zeros
Repetition
Into the depths
Dead love
Machines
Parallels
Insides
Circles
Total decay

We are we
Want

Scritto da Irina Marchesini.

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