Innamorati dei cartoni animati, Il magico mondo di Gigì
Vogliamo un nuovo Magico mondo di Gigì? L’anno scorso, in occasione del trentesimo compleanno della serie creata dal compianto Takeshi Shudo e trasformata in anime dalla Ashi Production (oggi Production Reed) nell’82, si vociferava di un possibile prequel animato. Alla fine è stato invece realizzato un musical celebrativo, ma le voci di una possibile nuova serie dedicata ala maghetta dal caschetto rosa continuano a rincorrersi sul web. E la domanda nasce spontanea. Perché estendere o, ancor peggio, rifare una serie che è un gioiellino fatto e finito, piena espressione di un’epoca di passaggio dell’animazione nipponica?
Già la seconda serie dedicata a Gigì (Momo per i giapponesi, chiaro riferimento al celebre personaggio di Momotaro) ovvero Tanto tempo fa…Gigì aveva suscitato reazioni ambivalenti in patria. Il confronto con l’indimenticata Sora Momo (Momo del cielo) della prima serie si era rivelato perdente, tanto che anche nella serie dedicata a Umi Momo (Momo del mare) era stato reinserito il personaggio originale. Ma cosa rende così speciale la prima serie dedicata a Gigì, personaggio cardine del genere majokko (maghette)? Perchè la protagonista di una serie così “vecchia” continua a dominare i sogni degli appassionati di anime?
Va detto che Mahō no Princess Minky Momo è prima di tutto una serie ponte del genere majokko. Le prime serie dedicate alla magia raccontano, infatti, storie di adolescenti provenienti da mondi alternativi o paralleli che scendono sulla Terra per compiere il loro apprendistato o per aiutare gli esseri umani a ritrovare la felicità. Il magico mondo di Gigì, trasmessa per la prima volta da Rete 4 nell’ottobre dell’83, rappresenta l’anello di congiunzione tra le serie dedicate alle “maghette spaziali” e il nuovo corso del genere magia inaugurato dallo Studio Pierrot alla metà degli anni Ottanta.
Gigì è la principessa del regno della Fantasia, ma il suo unico potere è quello di trasformarsi da bambina ad adulta. Trasferitasi in una famiglia terrestre, utilizza i propri poteri per regalare agli uomini nuovi sogni nel tentativo di far riavvicinare il regno della Fantasia alla Terra. L’inaspettata morte della protagonista sembra però sancire la morte della capacità di sognare da parte degli uomini e la sconfitta degli ideali promossi dalla serie. Gigì, però, è pur sempre un essere speciale e le viene data la possibilità di rinascere, ma questa volta come una bambina terrestre. I sogni della nuova Gigì, ora neonata, si materializzano nel regno della Fantasia e il Re li incastona nella sua corona. E’ così che la Gigì adolesciente torna a vivere nuove avventure accompagnata dal nuovo amico Kajiri, un draghetto rosa. I sogni della Gigì neonata, però si fanno sempre più spaventosi e solo grazie all’aiuto di Kajiri, in realtà uno spirito protettore, la magica Gigì riuscirà a riportarvi la serenità.
La serie si conclude senza mostrare se Gigì, una volta cresciuta, continuerà la sua missione, lasciando un senso di malinconia nello spettatore. In realtà questa soluzione, in apparenza così sconfortante, evidenzia il tema fondamentale della serie: non è la magia che può risolvere i problemi, ma la volontà e la capacità di sperare senza mai abbattersi.
L’eredità di Gigì, come dicevamo, sarà raccolta dalle “maghette” dello Studio Pierrot. Le protagoniste sono, infatti, tutte ragazzine terrestri dall’animo puro a cui viene concesso di utilizzare un particolare potere per un periodo di tempo limitato. Il potere in questione si rivela sempre essere la possibilità di trasformarsi da bambina ad adolescente, saltando così il doloroso processo di crescita e maturazione. Nelle loro scelte le ragazzine vengono consigliate da una o più mascotte speciali: si tratta di folletti “alieni” che aiutano le protagoniste a maturare. Altro filo conduttore di tutti gli anime creati da questo studio è il concetto della “decisione” o della “scelta finale” attraverso la quale la protagonista rinuncerà ai propri poteri ormai pronta ad affrontare con le proprie forze il passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Come si vede da questa breve analisi, le serie dello Studio Pierrot hanno ripreso molti dei temi chiave di Maho no princess Minky Momo.
Magico connubio di sapiente narrazione e accattivante character design, la serie dedicata a Gigì ha segnato il passo. Non a caso è stata fonte di ispirazione per tante majokko a venire. Purtroppo i remake e gli spin off dedicati alla serie originale, tra cui due OAV e un film, soffrono il confronto con la freschezza e la profondità della storia creata da Takeshi Shudo. Dunque a chi ancora va in cerca sul web di notizie su possibili prequel o sequel, ma anche a chi non ha mai incontrato Minky Momo, consigliamo di tornare alle origini. Maho no princess Minky Momo è una storia che non ha bisogno di essere rivitalizzata con aggiunte superflue. Il magico mondo di Gigì è più vivo che mai.
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