Riprendiamo la rassegna dei primi sei episodi della fortunata saga di Harry Potter, ripartendo da una delle tappe fondamentali della crescita dei protagonisti. Le atmosfere dark introdotte da Cuarón e portate all’ennesima potenza con il finale del film di Newell sono destinate ad accompagnare il resto degli adattamenti, segno dell’ormai perduta innocenza pre-adolescenziale e dell’acuirsi del conflitto tra bene e male, per altro sempre più difficili da distinguere l’uno dall’altro.

Concludiamo il nostro percorso con il quinto e il sesto episodio:

Harry Potter e l’Ordine della Fenice (2007)

Al timone del quinto episodio subentra David Yates, regista che ha poi accompagnato Harry fino alla fine della saga, nonostante le (motivate) contestazioni dei fan, soprattutto in termini di fedeltà ai romanzi e di ritmo diegetico. Ma soprattutto fanno il loro ingresso tre fondamentali personaggi femminili: l’incontenibile follia della Mangiamorte Bellatrix Lastrange si incarna perfettamente nei lineamenti alienati di Helena Bonham-Carter, la diafana e impeccabile Evanna Lynch dà vita al surreale mondo interiore dell’eccentrica Luna Lovegood e la straordinaria Imelda Staunton porta sullo schermo l’antagonista principale di questo episodio, l’odiosa Dolores Umbridge, inviata dal Ministero della Magia a controllare Hogwarts. Molto meno incisiva Katie Leung (Cho Chang), che ha il solo merito di regalare a Harry l’attesissimo primo bacio (ma i veri fan puntavano già al secondo, ben più rilevante). Vincendo a poco a poco l’ostilità dei compagni, che preferiscono lasciarsi cullare dalla colossale mistificazione ministeriale che nega tout court il ritorno di Voldemort, Harry organizza la resistenza contro la presa di potere della Umbridge, addestrando l’Esercito di Silente. Gli studenti da lui arruolati si schiereranno al fianco dell’Ordine della Fenice, l’organizzazione in difesa del bene fondata da Silente stesso, nella perpetua lotta contro Voldemort, che in questo episodio culminerà in un’epica battaglia all’interno dello stesso Ministero della Magia. Nonostante l’ennesimo trionfo del Bene, raggiunto con uno scontro senza esclusione di colpi tra Silente e il Signore Oscuro in persona (e sempre più tangibile), Harry dovrà nuovamente affrontare l’immenso dolore del lutto, trovando però conforto nel legame sempre più saldo con Ron e Hermione, ma anche con Ginny, Luna e Neville (Matthew Lewis).

Da vedere per: Bellatrix; l’uscita dalla scena hogwartsiana dei gemelli Weasley; gli incubi e le visioni di Harry, sempre più inquietanti; il duello nella Sala delle Profezie; ma anche per sfogare la propria rabbia repressa insultando la Umbridge e i suoi irritanti gattini.


Harry Potter e il principe mezzosangue (2009)

Uno dei film meno riusciti della saga: dopo una spettacolare sequenza d’apertura con l’attacco londinese dei Mangiamorte (con tanto di crollo del Millennium Bridge), Yates trasforma un’avventura dai toni più epici che mai in poco più di un teen drama puramente ormonale. Fortunatamente se si ignora l’onnipresente e caricaturale Lavanda Brown di Jessie Cave (che in fondo non è che l’ennesimo ostacolo alla storia d’amore a cui Ron è predestinato fin dal primo libro, ma che si concretizzerà solo nell’ultimo episodio) e si sorvola su certe scelte del doppiaggio italiano (una per tutte: l’inspiegabile epiteto “asina giuliva”) si arriva alla trama vera, magari anche concedendosi un sorriso compiaciuto per le nuove scelte affettive di Harry. Il film infatti non esplora soltanto i rapporti sentimentali, ma anche quelli d’affetto, di stima e d’amicizia, lasciando spazio al legame tra Harry e Hermione e soprattutto a quello tra Harry e Silente, impegnati in un’ultima grande impresa da portare avanti insieme. Fra intensi viaggi nel passato attraverso i ricordi di vari personaggi (tra cui Tom Riddle, il giovane Voldemort), rivissuti attraverso il magico Pensatoio, e le losche macchinazioni di un Draco Malfoy sempre più tormentato, l’anziano mago e il suo studente prediletto si lanciano infatti alla ricerca degli horcrux, oggetti o esseri viventi che racchiudono frammenti dell’anima di Voldemort. Il ritrovamento del primo horcrux in una grotta su un’isola sperduta regala le scene più emozionanti e gli effetti speciali meglio riusciti, ma aprirà anche la strada al tragico finale, alla rottura insanabile nelle vite dei protagonisti che getterà le basi per i capitoli conclusivi.

Da vedere per: la sequenza iniziale con l’attacco a Londra; l’esplorazione dell’infanzia di Tom Riddle; la grotta sull’isola; “Severus, ti prego”; e per ridere di alcune scelte traduttive.

Termina il viaggio con Harry Potter e i doni della morte Parte 1 e Parte 2.

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