Linea d’Ombra 2011 – I vincitori
Si è conclusa la scorsa domenica la XVI edizione di Linea d’Ombra-Festival Culture Giovani 2011 – festival del quale vi avevamo già parlato qualche giorno fa. Orbene, dopo quattro giorni d’intensa attività visionaria e valutatoria, alla quale hanno partecipato anche diversi blogger erranti (per scoprire chi sono vi basta scorrere le sezioni commenti sotto ogni cortometraggio), i vincitori ufficiali decretati dalle due giurie (quella di sala e quella web) sono stati:
-per il Miglior Cortometraggio sezione CortoEuropa: Intercambio (di Antonello Novellino e Antonio Quintanilla), ex aequo con Mi amigo invisible (di Pablo Larcuen)
-per il Miglior Cortometraggio sezione CampaniaCorto: La Colpa (di Francesco Prisco)
Le mezioni speciali della giuria web sono andate a
-menzione speciale per il corto più votato dalla giuria web CortoEuropa: Mi amigo invisible (di Pablo Larcuen)
-menzione speciale per il corto più votato dalla giuria web CampaniaCorto: Reset (di Nicolangelo Gelormini)
Poi, siccome la vita è breve e l’arte ormai tracima ovunque, oltre ai vincitori vale almeno la pena di dare un’occhiata anche ai seguenti corti:
Io sono qui, di Mario Piredda; Boxer, di Andrew Cumming; Omero bello di nonna, di Marco Chiarini; Armandino e il mare, di Valeria Golino; Ultima donna, di Tristan Aymon; Elder Jackson, di Robin Erard; Vannliljer i blomst, di Emil Stang Lund.
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d’accordissimo con le segnalazioni extra premiati, in particolare per il gioiellino norvegese Vannliljer i blomst Emil di Stang Lund e per la poesia che alza in volo. è nato un cult: mi amigo invisibile e la sua colonna sonora, Daniel Johnston su tutte. omero bello di nonna per aver evocato svankmajer, gondry e tutto ciò che al cinema si confeziona con le mani. io sono qui per la capacità di raccontare una storia d’orrore con rigore ed ironia, merito della sceneggiatura e dello sguardo assolato del regista mario piredda. ultima donna perché ha il respiro lungo, pur essendo un corto, e viene voglia di vederlo continuare sullo schermo. elder jackson anche solo per la delicatezza e il biancore delle immagini oltre che per la scelta del soggetto (l’amore ai tempi dei mormoni ha scritto qualcuno). boxer per averci dato la versione scozzese di un wrestler invecchiato solo. bukowski perché tutti possiamo esserlo se ci crediamo.
nella sezione campania corto invece merita una nota armandino e il madre di valeria golino, innamorato e materno, con una delle location più belle che il cinema potrebbe abitare. la currybonara perché anche se imperfetto ha l’ingrediente segreto. inquietante e pasoliniano, la sagra della primavera ci zittisce in soli otto minuti, piccolo horror agreste che forse lancia un genere. da non perdere per gli amanti del trash, il rap contro la prof di greco in vomero travel, a suo modo geniale. non è bello parlar male ma il sogno di gennaro proprio non si guarda. unica ‘ombra’ di un programma illuminato.