Guardiani della Galassia: la recensione
“Il miglior film Marvel mai realizzato”. Un giudizio senza mezzi termini quello di Robert Downey jr. a proposito di Guardiani della Galassia, ultima fatica cinematografica della Casa delle Idee. Al di là delle esagerazioni, siamo in presenza di un film fresco e divertente, coloratissimo e visivamente delizioso, nonché intriso di cinefilia nostalgica, con il quale il regista James Gunn torna a omaggiare attraverso suoni e immagini il cinema degli anni ’70 e ’80, nella sua accezione più pop e nei suoi generi preferiti. Come già fece nel 2006 con il body horror fantascientifico in Slither, ma non limitandosi, qui, alla sola space opera, bensì spaziando dalle teen comedies ai musical di ballo. Dalla prima trilogia di Star Wars a I Goonies, da Il tempo delle mele a Footloose, le citazioni non si contano, restituendo quell’atmosfera spensierata e giocherellona tipica dell’epoca. Trasponendo su grande schermo la formazione eponima assemblata nei fumetti nel 2008 da Dan Abnett e Andy Lanning, Gunn dissemina poi per tutto il film numerosi riferimenti all’universo cosmico della Marvel cartacea, fino a una post credits scene ad alto grado di nerditudine.
Guardiani della Galassia è la storia di un gruppo di fuorilegge spaziali ben più goffi, cinici ed egoisti dei soliti supereroi, che dopo l’iniziale diffidenza si ritrovano a collaborare contro un nemico comune. Mantenendo per l’intera durata un tono grottesco e a tratti demenziale, il film può contare su dialoghi brillanti e ricchi di umorismo. La caratterizzazione è improntata sull’ironia, ma più che la simpatia e il carisma alla Han Solo del cacciatore di tesori terrestre Star-Lord (Chris Pratt), emerge la strana coppia composta dal procione geneticamente modificato Rocket e dall’albero antropomorfo Groot – doppiati in originale da Bradley Cooper e Vin Diesel – protagonista di gag efficacissime, ma anche di trovate di inaspettata poesia. Bello il confronto fra la malizia degli umani e l’ingenuità degli alieni rispetto a cose a loro sconosciute, in cui la ricca colonna sonora rock anni ’60-’70 (il cosiddetto Awesome Mix Vol. 1) fa la parte del leone, mentre l’inseguimento per le strade del pianeta Xandar, la sequenza nella prigione e la visita al Collezionista (un gigionesco Benicio Del Toro) restano impresse per la tenuta spettacolare pur senza prendersi quasi mai sul serio.
Ciò non cancella i difetti strutturali che in parte rovinano il film: una sceneggiatura fin troppo lineare (specie nell’evoluzione dei rapporti fra i personaggi, abbastanza programmatica e un po’ superficiale), la caratterizzazione non eccezionale del distruttore Drax e dell’assassina Gamora (troppo monocorde il primo, troppo perbene la seconda, nonostante lo sforzo di due interpreti dalla fisicità perfetta come Dave Bautista e Zoe Saldana), nonché, come ormai prassi nei film Marvel, nemici insulsi (soprattutto il Ronan di Lee Pace) o sottoutilizzati e una battaglia finale ben poco memorabile al di là dello spirito di fondo. Là dove la comicità non convince e la cinefilia non basta, si sente infatti la mancanza di un po’ di respiro epico che forse non avrebbe guastato; per questo il film, pur assai piacevole a vedersi, non è il cinecomic definitivo che alcuni hanno sentenziato.
Davide V. | Chiara C. | Eugenio D. | Edoardo P. | Giacomo B. | Sara M. | ||
7½ | 8 | 7 | 8 | 8½ | 8½ |