Breaking Bad 5×08: la recensione
Gliding over all, through all, through nature, time and space, as a ship on the waters advancing, the voyage of the soul-not life alone, Death, many deaths I’ll sing (W.W.)
Grottesco accostamento nel midseason finale di questa quinta stagione di Breaking Bad: da una parte l’opera di Walt Whitman, fil rouge sotteso a tutta la serie, che richiama alla mente l’omicidio di Gale Boetticher, peccato originale di Walter e Jesse; dall’altra l’improvvisa illuminazione di Hank, seduto, sì, ma non alla scrivania del suo ufficio.
Illuminazione che arriva, beffarda, proprio in un momento di calma apparente, con Heisenberg tornato alla vita di Walter, padre di famiglia e marito premuroso (o almeno così sembrerebbe). Ma questo solo nella seconda parte della puntata. L’elemento caratterizzante di Gliding all over è, infatti, proprio il contrasto tra la ferocia, il ritmo sostenuto e l’estetica pulp della prima parte e la decisa decelerazione degli ultimi dieci minuti. Cambiamento di registro che va di pari passo con il mutamento di Walter.
A dominare l’inizio della puntata un Walter in guerra contro tutti, deciso a chiudere ogni questione in sospeso, ad ogni costo. Con l’aiuto dell’abulico Todd si occupa di far sparire ogni traccia di Mike (e perché Mike sia lì, in quel bagagliaio, è come sempre facile da spiegare: It had to be done); alla visita di Jesse risponde con una freddezza mai mostrata prima (la saracinesca che si abbassa sulle sue parole: there is no “we” sembra chiudere definitivamente il rapporto dei due); infine la questione dei nove in carcere (dieci con that clown of a lawyer Dan Wachsberger) da risolvere con Lydia. La donna, temendo, a ragione, per la sua vita, si dice disposta a dare a Walter i nomi degli uomini a patto di continuare il loro rapporto di lavoro, commerciando la blue meth con la Repubblica Ceca secondo un progetto già in fase di definizione con Gus Fring. Walter accetta con poca convinzione – quel together nel discorso di Lydia non deve piacere molto a chi ha fatto di tutto per eliminare ogni comprimario dalla scena – ma, effettivamente, la nuova attività, portata avanti con la collaborazione di Todd, sembra andare bene. Benissimo. Anche troppo.
Ma prima di arrivare alla montagna di dollari che fa da spartiacque con la seconda parte della puntata, parliamo di una delle sequenze più brutali nella storia della serie. Che Walter fosse ben disposto all’eliminazione sommaria di ogni ostacolo sul suo cammino, l’avevamo capito da tempo. Ma la freddezza calcolatrice con cui porta con sé la capsula di ricino all’incontro con Lydia (e con che faccia di bronzo risponde sarcasticamente ai timori della donna: in your mind I immediately just murder you just right here in this restaurant!) e la calma arrogante con cui prende accordi con quelle facce da forca degli amici di Todd per risolvere la questione dei testimoni pericolosi (it can be done exactly how I want it) sono la conferma definitiva della sua trasformazione in quel monster che Hank non ha più la forza di cercare.
Don’t you remember the famous man who had to fall to rise again? canta Nat King Cole mentre in due minuti esatti, in tre differenti carceri, tutti e dieci gli uomini di Mike muoiono nei modi più atroci, bruciati vivi e pugnalati a colpi di spazzolino (!), mentre Walter serafico cronometra il tutto dalla sua camera, prima di andare a coccolare teneramente la piccola Holly a casa di Hank e Marie. Che succede allora? E’ davvero la visione di quella montagna di soldi inutili, accumulati da Skyler in un garage, a far scattare qualcosa nella mente di Walt? Sono quelle parole, how much is enough? O il ricordo di un altro tempo, di un altro uomo, di altre intenzioni e propositi, lo stesso che lo porta da Jesse, coi cinque milioni dovuti, a ripercorrere le avventure dei primi periodi? Qualunque sia la ragione Walter sembra deciso, I’m out dice a Skyler di ritorno dalla visita all’amico. Non è dato sapere se il cambiamento sia reale o solo apparente, lo stacco repentino ad un quadro di famiglia idilliaco a bordo piscina lascia su tutto un velo di incertezza. Quello che è certo è che Walt non ne è affatto fuori: l’epifania di Hank davanti al testo di Walt Whitman trovato nel bagno di casa White, con la dedica da G.B. a W.W., preannuncia un finale di stagione mozzafiato. Mettetevi comodi, c’è tempo per le congetture. Un anno. L’anno più lungo della nostra vita.
Scritto da Barbara Nazzari.
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