The Avengers: la recensione
The Avengers, film diretto da Joss Whedon, nelle sale dal 25 aprile 2012, vede Loki, l’asgardiano dio dell’inganno, stringere un patto con una forza aliena, i Chitauri, in cui promette loro il dominio sulla Terra in cambio del Tesseract, inesauribile fonte di potere cosmico in mano all’agenzia segreta SHIELD. Per fronteggiare la minaccia, Nick Fury, capo dello SHIELD, recluta i principali supereroi terrestri, fra cui Iron Man, Captain America, Hulk e Thor: superate le incomprensioni iniziali, gli Avengers imparano ad agire come una squadra…
Lanciato all’uscita da un marketing virale senza precedenti, questo sfavillante kolossal è la summa perfetta di tutti i cinecomic Marvel degli ultimi quattro anni, un mix adrenalinico di azione sfrenata e umorismo citazionista, in cui trova spazio anche una caratterizzazione psicologica brillante e piuttosto approfondita.
Merito, in gran parte, del regista e sceneggiatore Joss Whedon – già autore di serie TV di culto come Buffy, Angel e Firefly – che mette a frutto, oltre al visionario talento cinematografico, la precedente esperienza fumettistica (fu sceneggiatore di Astonishing X-Men), dando vita a uno spettacolo davvero appassionante, tanto per gli esperti in materia quanto per i neofiti del genere. Alternando sequenze d’azione mozzafiato, fra salti impossibili e devastanti esplosioni, a memorabili confronti verbali, in cui si susseguono a raffica battute fulminanti, Whedon tiene incollati alla sedia per quasi due ore e mezza di puro divertimento nerd, fino all’epica battaglia decisiva nel centro di New York, di fronte alla quale neanche lo spettatore più snob potrà fare a meno di immedesimarsi e tifare per il suo eroe preferito.
Fonte d’ispirazione, per il cineasta newyorkese, sono soprattutto le storie classiche del supergruppo – creato nel 1963 da Stan Lee (che appare in un simpatico cameo nella parte di sé stesso) e Jack Kirby – nella sua formazione originaria, con uno sguardo, però, alla versione Ultimate (reboot fumettistico dei primi anni 2000), in particolare nelle scelte narrative (le modalità di assemblaggio della squadra e la presenza dei Chitauri, alieni invasori assenti nella continuity tradizionale) e nella caratterizzazione di alcuni personaggi (su tutti, l’etnia di Nick Fury e il carattere serioso, da uomo d’altri tempi, di Captain America).
Nella gran riuscita dell’operazione ha giocato un ruolo determinante anche il cast, composto da attori di diversa formazione, ma tutti perfettamente in parte, a cominciare da un Robert Downey jr. ormai talmente a suo agio nel ruolo di Tony Stark alias Iron Man – genio, miliardario, playboy, filantropo – che scatta l’identificazione fra il personaggio e l’interprete, come lui capace di riscattarsi da una vita controversa con una prova memorabile. Se i muscolosi Chris Evans (un Captain America scontroso e taciturno, non ancora il trascinante protagonista dei fumetti contemporanei) e Chris Hemsworth (un Thor supermacho e guascone dalle fattezze da surfista californiano) svolgono il compito con diligenza, sopperendo con la fisicità ai rispettivi limiti recitativi, la vera sorpresa è Mark Ruffalo (forse il miglior Bruce Banner di sempre), capace di non far rimpiangere Edward Norton nel ritratto di uno scienziato generoso, ma condannato a convivere con un altro sé stesso (Hulk) che incarna la rabbia distruttrice cui lui, nei suoi panni civili, non è capace di dare sfogo.
Fra gli altri, una magnetica Scarlett Johansson (la Vedova Nera) impersona un’eroina senza paura, ma non senza macchia, e si ritaglia dei buoni duetti con Jeremy Renner (l’arciere Occhio di Falco), mentre l’inossidabile Samuel L. Jackson, nei panni mitici di Nick Fury, funge da direttore d’orchestra da una posizione defilata, anche se tutto sembra passare attraverso il suo vigile (e unico) occhio. È un valore aggiunto, infine, il Loki interpretato da Tom Hiddleston, cattivo intelligente e carismatico cui l’attore, proveniente dal teatro classico britannico, infonde una tragicità shakespeariana, a dimostrazione di come possano contaminarsi la cultura pop, con la c minuscola, con la Cultura alta, mantenendo un equilibrio accettabile e senza che l’una ridicolizzi l’altra.
Trionfo dell’estetica e della poetica da fumetto, The Avengers resterà un ottimo esempio di blockbuster hollywoodiano dei tempi della crisi, in cui la figura del supereroe di celluloide, con i suoi poteri più o meno illimitati e il suo coloratissimo costume, sembra colmare le mancanze di un mondo ormai privo di una vera mitologia, restituendo al pubblico il piacere, oggi più che mai prezioso, di sognare ad occhi aperti. Memorabile anche il tema musicale di Alan Silvestri, nella miglior tradizione di John Williams.
Attenzione all’immancabile post-credits scene!
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Alice C. Chiara C. Edoardo P. Giacomo B. 9 9 8 8
Non so se riesco a venire al Biografilm… Troppi impegni in questo periodo!
Buona visione per Iron Man, mi saprai dire le tue impressioni poi! 🙂
C’è sempre il Biografilm in arrivo per gli scambi!
Capisco che chi conosce bene i personaggi non apprezzi film affollati e che non scendono in profondità, io che non ne sapevo nulla me li sono visti “a cuor leggero” 🙂 Ho visto anche Wolverine in effetti, non male, ma a questo punto mi aspetto grandi cose da Iron Man!
Molto volentieri! Scambiamoci le droghe, nella speranza che la polizia non ci chiuda il sito dopo questo scambio di battute! 😉
Più che altro, sai cosa non mi piace dei film sugli X-Men? L’accumulo esagerato di personaggi, l’averli gettati nel mucchio tutti insieme senza averne prima trattato singolarmente in altrettanti film (come The Avengers), con il risultato che molti di loro appaiono caratterizzati in maniera troppo semplicistica, complici anche attori poco adatti ai rispettivi ruoli (una per tutti, Anna Paquin, una Rogue troppo bimbaminchia). Il film su Wolverine è un po’ meglio, ma è troppo infedele al fumetto perché i nerd come me non storcano almeno un po’ il naso.
Ottima scelta, invece, il primo Iron Man, bel film e abbastanza fedele al fumetto.
Ecco, a ognuno le sue droghe e al prossimo incontro errante facciamo uno scambio di briefing nei rispettivi settori 🙂
Azz, e dire che al mio occhio inesperto sono piaciuti abbastanza i film sugli X-Men! Proverò con Iron Man 1, di cui mi parlano bene…
Lo stesso motivo per cui io tendo a non imbarcarmi in nessuna serie televisiva… Una volta iniziato è difficile smettere! 🙂
Aver visto i film sugli X-Men mi sembra però un buon modo per allontanarsi dall’universo Marvel, dato che sono quasi tutti fallimentari, oltre che per nulla fedeli ai fumetti da cui sono tratti (a parte l’ultimo, quello di Matthew Vaughn, che è comunque un buon film anche se poco fedele al fumetto)!
Per iniziare, la visione dei film singoli di ogni personaggio di The Avengers mi sembra una delle strade migliori! 🙂
Ecco, ho visto un po’ di film sugli X-Men, può andare? 🙂 Poi avevo il videogioco storico di Spiderman sul Game Boy, devo averlo comprato nel 1994… Comunque sono sicura che mi piacerebbe tutto quanto, solo che ho già tante “dipendenze” 😉
Belin, il mondo marvelliano è eccezionalmente vasto, però se si supera lo sgomento iniziale, è facile farsi coinvolgere… Solo per mettermi più o meno in pari con le testate dei Vendicatori (senza comprare tutte le saghe, solo informandomi dei principali eventi in vari siti), ci ho messo più di un anno, però attualmente posso seguire entrambe le serie (Vendicatori e Nuovi Vendicatori) senza problemi. Se poi scegli un personaggio singolo da seguire anziché un supergruppo tipo Vendicatori o X-Men, entrare nell’ottica giusta è meno faticoso!
Riguardo a Nick Cage, i tempi di Arizona Junior, ma anche quelli di Face Off, sembrano appartenere ad un passato irripetibile…
Devo dire che la vastità del mondo marvelliano un po’ inibisce, ma farò qualche altro tentativo 😉
Nicolas Cage… bah, non capisco come faccia a non rendersi conto di stare precipitando!
Mi fa piacere che il film abbia appassionato anche te, Alice, che a differenza di Gualtiero, Leo e me non sei una marvelliana doc (ma fai sempre in tempo a diventarla!). Il personaggio che appare nel finale è un cattivone fra i più famosi dell’universo Marvel… Vederlo sullo schermo, così, a sorpresa, è stato fantastico (e fidati che pure a Spezia di Gualtieri che ne hanno invocato il nome c’era pieno!).
Riguardo al doppiaggio, la voce di Coulson non mi era nuova, in effetti Pasquale Anselmo è il doppiatore di Nicolas Cage, e purtroppo ha accompagnato l’attore nel suo lento ma inesorabile declino recitativo…
E’ piaciuto molto anche a me, nonostante sapessi poco e niente del mondo Marvel (chiedo venia!). Verissimo, Joss non delude… e ottimo il cast, mi sono piaciuti un sacco gli scambi fra Robert Downey Jr. e Chris Evans. Ora ovviamente dovrò rivedere il film in originale per sentire la parlata d’altri tempi di Rogers! Intanto un commento sul doppiaggio: a nessun altro “faceva strano” sentire Coulson parlare con la voce italiana di Buddy “Cake Boss” Valastro? 🙂 Lo so che Pasquale Anselmo ha doppiato un sacco di altra gente, ma Real Time è il mio canale anti-insonnia di fiducia 😉
La scena finale (la prima – ora vado a vedermi la seconda online 🙂 ) non è stata altrettanto epifanica per me, ma in base ai Gualtieri a me ignoti che sedevano al mio fianco ho carpito abbastanza informazioni per andare a documentarmi meglio!
Whedon è riuscito là dove sarebbe bastato un mezzo passo falso per rovinare tutto, orchestrando un film che accontenta tutti, dagli appassionati più puntigliosi agli spettatori più occasionali. Il film ha il pregio di non prendersi mai sul serio: pur infilando una serie di buone sequenze d’azione e di grandi dialoghi, la dimensione “giostra” è sempre tenuta bene in chiaro dal Whedon, e la mossa non potrebbe essere stata meglio eseguita (i primi venti minuti tutti a inquadrature a tre quarti dal basso e zoom enfatici sono uno di quegli artifici retorici così spianati e spiattellati da mettere immediatamente di buon umore). Ottimi gli interpreti, e sì, Ruffalo ha fatto un gran lavoro con Banner; penso sia il primo film che finalmente riesce a beccare un Hulk simpatico. Certo, alcuni passaggi di raccordo sono un po’ tirati via (vedi per esempio quando ogni singolo membro del gruppo ritrova la motivazione a combattere prima dell’invasione finale), ma è forse un difetto strutturale al quale era impossibile sfuggire (voglio dire: il meccanismo è grandioso ma non perfetto; questo nulla toglie al divertimento e alla meraviglia che garantisce. Certi piani sequenza son roba da sognarseli di notte). E poi con i duetti fra Stark e Banner e fra Stark e Rogers ci si potrebbero fare almeno due serie televisive. (e sì, LUI, dopo i primi titoli di coda: ho iniziato a sobbalzare sulla poltrona cercando attorno qualche animo affine, urlando il nome del personaggio a voce sempre più alta) (stavano quasi per chiamare le maschere)
Veramente un ottimo film, non avrei chiesto di meglio, e viste le enormi aspettative, uscire dal cinema così soddisfatto significa molto. Ben calibrato l’humor con l’azione in modo da accontentare un po’ tutti. Personaggi perfetti, tutti ben interpretati, e sorpresa per un ottimo Banner. Downey jr. ormai è Tony Stark, un ruolo che gli calza come un guanto, e che gli fa letteralmente bucare lo schermo. Easter egg mozzafiato, vorrei avere la macchina del tempo per vedere dove porterà 😉