C’era una volta… il Sundance: Thank You for Smoking
Thank You for Smoking, film del 2005 diretto da Jason Reitman e interpretato da Aaron Eckhart, è la storia di Nick Naylor, portavoce dell’Accademia degli Studi sul Tabacco, una potente lobby di produttori di sigarette. Cinico e sfrontato, Nick difende gli interessi dei suoi datori di lavoro al di sopra di ogni principio etico, ma cerca al tempo stesso di essere un buon educatore per il figlio adolescente. L’incontro con una giornalista in cerca di scoop sarà determinante per l’esistenza di Nick…
Presentato con successo al Sundance Film Festival, Thank You for Smoking (presente nei nostri buoni propositi 2012) è il film che rivelò il talento del regista Jason Reitman, giovane canadese figlio d’arte (suo padre Ivan è stato un pioniere del genere demenziale, avendo diretto Stripes e Ghostbusters), che divenne subito un beniamino del cinema indipendente con le sue commedie dallo spirito dissacrante, confezionate in maniera impeccabile.
In questo caso, Reitman pone al centro della vicenda un personaggio quasi del tutto privo di principi morali, specialista della discussione e della menzogna, orgoglioso del proprio talento mistificatorio, a cui un istrionico e ammaliante Aaron Eckhart presta i tratti fotogenici – folti capelli biondi, sguardo sicuro, mascella volitiva – per quella che a tutt’oggi resta la sua più grande prova d’attore (tanto che egli stesso vi si ispirò quando, tre anni dopo, fu scelto da Christopher Nolan per interpretare un altro istrione dalla personalità controversa, l’Harvey Dent de Il cavaliere oscuro). Nel corso della vicenda, Naylor non si ferma davanti a nulla pur di realizzare i propri scopi, ma risulta più simpatico e meno ipocrita sia dei suoi avversari, guidati dal fanatico senatore salutista Ortolan Finistirre (interpretato in chiave fortemente grottesca da William H. Macy), sia dei suoi diretti superiori, come il cinico dirigente impersonato da J.K. Simmons, pronti a scaricare su di lui ogni responsabilità.
L’incalzante sceneggiatura – che lo stesso regista ha tratto da un romanzo di Christopher Buckley – alterna momenti esilaranti (la riunione dei Mercanti di Morte, nella quale Nick e i rappresentanti delle lobby degli alcolici e delle armi da fuoco fanno a gara a quale settore miete più vittime, rimarrà nella storia come un capolavoro di umorismo nero) ad altri di maggior riflessione, soprattutto nelle parti in cui Nick cerca di spiegare al figlio (Cameron Bright) la sua etica professionale. Queste ultime risultano però le sequenze più deboli del film, molto convincente quando mostra impietosamente fino a che punto l’uomo sia disposto a farsi comprare (come nell’impressionante episodio dell’uomo Marlboro, che ha i tratti vissuti e sofferenti di Sam Elliott), un po’ meno quando tenta di dare al fenomeno una giustificazione morale, come nella poco ispirata arringa conclusiva. La regia è comunque avvolgente e sicura, e sopperisce agli squilibri narrativi e a una certa frammentarietà del racconto con un utilizzo sapiente della macchina da presa, senza esagerare con i virtuosismi.
Ad ogni modo, appaiono azzeccate tutte le caratterizzazioni, fra cui spiccano l’anziano fondatore dell’Accademia degli Studi sul Tabacco, interpretato da Robert Duvall come un padrino mafioso, e la giornalista, graziosa quanto cinica, con la faccia pulita di Katie Holmes. Molto bella anche la colonna sonora, che assembla brani vintage sul tema del fumo e culmina nell’hit dei Kingston Trio Greenback Dollar nei titoli di coda.
Nominato al Golden Globe come miglior commedia e per l’interpretazione di Eckhart, rimase a secco di premi, e fu stranamente escluso dalla corsa agli Oscar.
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Alice C. | Leonardo L. | ||
8 | 7 |
Grazie mille, Alice… Ogni volta che vedo Aaron Eckhart mi viene in mente il personaggio di Nick, quindi ho cercato di individuarne i tratti salienti che me l’hanno fatto restare impresso nella memoria!
Splendida descrizione del perché Eckhart funziona bene nel ruolo di Naylor: “folti capelli biondi, sguardo sicuro, mascella volitiva” 🙂